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Denaro in prestito con tassi del 300%, minacce e aggressioni ai debitori: quattro arresti a Laterza – VIDEO

Quattro persone residenti a Laterza sono state arrestate, stamattina, dai finanzieri del gruppo di Taranto perché accusate di associazione per delinquere, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, usura pluriaggravata e continuata e trasferimento fraudolento di valori. Nei loro confronti è stato eseguito anche il sequestro preventivo di beni per oltre 183mila euro. Le indagini, coordinate…

Quattro persone residenti a Laterza sono state arrestate, stamattina, dai finanzieri del gruppo di Taranto perché accusate di associazione per delinquere, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, usura pluriaggravata e continuata e trasferimento fraudolento di valori.

Nei loro confronti è stato eseguito anche il sequestro preventivo di beni per oltre 183mila euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, sono partite nel 2019 e hanno consentito di far luce su presunte pratiche usurarie commesse da un’organizzazione criminale di Laterza.

Dalle indagini sarebbe emerso che gli indagati avrebbero prestato denaro a famiglie e imprenditori in stato di difficoltà imponendo tassi fino al 300%.

Due degli arrestati avrebbero anche minacciato di ritorsioni e aggredito alcuni dei loro debitori.

Il “modus operandi” adottato dall’organizzazione avrebbe previsto il prestito del denaro che sarebbe stato restituito mensilmente con tassi di interesse particolarmente elevati che non avrebbero consentito di sanare la posizione debitoria. A questo punto sarebbe intervenuta l’intimidazione, sulla cui efficacia l’organizzazione poteva contare grazie al carisma del suo leader e quindi, nei casi estremi, l’aggressione delle vittime. A garanzia del prestito, il beneficiario del finanziamento avrebbe consegnato assegni o cambiali firmate “in bianco”.

Nell’ambito delle indagini, nel giugno del 2020, la Guardia di finanza aveva già sequestrato a due degli arrestati oltre 7mila euro in contanti e numerosi assegni e cambiali, parte dei quali erano nascosti in una lavatrice, per un ammontare complessivo di circa 230mila euro.

Per evitare il sequestro dei beni, inoltre, due degli arrestati avrebbero intestato a un “prestanome” la titolarità di un’impresa di Laterza operante nel settore della distribuzione automatica di prodotti alimentari.

Oltre agli arresti, sono state eseguite 20 perquisizioni nei confronti di persone coinvolte a diverso titolo nelle indagini, residenti in diversi comuni delle province di Bari e di Taranto.

Nell’ambito delle indagini sarebbe stata anche rilevata l’operatività di una presunta organizzazione criminale, attiva tra Ginosa e Castellaneta, non interessata dalla misura cautelare odierna, indiziata delle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina.

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