Ventitré milioni di euro. Era questa la cifra del debito che la Sedit di Giacomo Gorjux (figlio di Giuseppe, storico direttore della Gazzetta del Mezzogiorno) contava nei confronti dei propri creditori al 30 aprile 2021, come risulta dal ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, poi rigettato, presentato dallo stesso Gorjux – proprietario e amministratore unico dell’azienda – nel tentativo di salvare il centro stampa nato il 23 luglio del 1986. A rischio, inoltre, c’erano i posti di lavoro di una trentina di dipendenti.
Ma andiamo con ordine. La Sedit Servizi Editoriali è un’impresa commerciale che opera nel settore grafico e poligrafico ed è attiva nella stampa di periodici, libri, prodotti cartotecnici e quotidiani. Tra i suoi maggiori clienti ci sono il gruppo Rcs, la casa editrice Laterza e La Gazzetta del Mezzogiorno, che ieri, proprio in occasione del primo giorno della nuova gestione della Sedit, non è andata in edicola a causa di un problema tecnico (su cui si sono già attivate le procedure di accertamento delle responsabilità). Sommerso dai debiti, Gorjux ha deciso di concedere in affitto il ramo d’azienda alla Sedit 4.Zero srl, che tra i soci annoverava lo stesso imprenditore (proprietario del 4,3% delle quote) e la Sedit Srl (95,7%). Amministratrice unica di questa nuova azienda era Francesca Piccolo. L’intento era quello di preservare la continuità di funzionamento e rilanciare l’attività d’impresa del centro stampa di Modugno, oltre a salvaguardare i livelli occupazionali e valorizzare l’avviamento della rete di vendita e i valori aziendali, compatibilmente con il criterio di economicità di gestione. Obiettivo palesemente fallito.
Per questo ad agosto 2021 Gorjux ha presentato una proposta di concordato preventivo cercando di raggiungere un accordo con i propri creditori. I debiti, infatti, erano ingenti e difficilmente ripianabili. Al 30 aprile di quell’anno la Sedit contava un passivo di circa 23 milioni di euro: 13 milioni era il debito verso le banche, un milione verso le amministrazioni locali, quasi 4 milioni verso Rcs, circa 750mila euro verso i fornitori, e così via. Questa procedura, tuttavia, non è andata a buon fine e la quarta sezione civile del Tribunale di Bari ha dichiarato aperta la liquidazione giudiziale della Sedit srl, l’equivalente del fallimento. La liquidazione giudiziaria ha comunque mantenuto in piedi il contratto di affitto con la Sedit 4.Zero, sino a quando non si è effettuata la procedura competitiva per l’aggiudicazione ad un soggetto terzo di questo ramo d’azienda. Anche questa seconda società, infatti, era sostanzialmente sommersa dai debiti.
Tale procedura ha portato all’aggiudicazione di parte della Sedit in favore della Casa Editrice del Sud srl, newco che fa capo agli imprenditori Ladisa, Albanese e Miccolis, editori rispettivamente de L’Edicola del Sud e de La Gazzetta del Mezzogiorno, il cui obiettivo è quello di associare l’attività di produzione di contenuti editoriali alla fase di stampa. Proprio in questi giorni c’è stata la restituzione del ramo d’azienda (sezione stampa quotidiani) dalla Sedit 4.Zero ai curatori fallimentari, che contestualmente l’hanno consegnata al nuovo aggiudicatario, che la deterrà per un anno, con opzione di rinnovo, previo pagamento di un canone mensile. Dieci saranno i dipendenti che verranno assunti dalla cordata, in quanto gli altri venti sono transitati nel ramo d’azienda inerente la stampa piana, affittato da un’altra azienda con una procedura parallela.