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Cresce l’usura in Salento, il fenomeno è ancora troppo sommerso

Nel 2020 in provincia di Lecce è stato registrato solo un caso di denuncia di usura, nel 2021 il dato è salito registrato ben 6 denunce, al netto di un aumento considerevole del fenomeno sommerso. Prima il Covid, poi con la guerra e il conseguente aumento dei prezzi, si è registrata una precarietà sempre maggiore…

Nel 2020 in provincia di Lecce è stato registrato solo un caso di denuncia di usura, nel 2021 il dato è salito registrato ben 6 denunce, al netto di un aumento considerevole del fenomeno sommerso. Prima il Covid, poi con la guerra e il conseguente aumento dei prezzi, si è registrata una precarietà sempre maggiore a livello lavorativo, così le persone sono sempre meno bancabili per cui si rivolgono o agli usurai classici, ovvero, quelli manovrati dalle cosche mafiose, o l’usuraio può diventare anche il vicino di casa. Sta di fatto che quello della richiesta dei prestiti a strozzo è un fenomeno molto in crescita, anche in virtù del fenomeno del solo indebitamento, che è quello che si trova immediatamente prima e che si spancia considerevolmente in quanto la gente non ha più la capacità di gestire gli impegni presi nella fase in cui i recenti aumenti non erano ancora così incisivi e la pandemia non aveva fatto il suo corso. Ad indebitarsi sono state persone che di fatto non erano povere, ma della media borghesia, e che ad un certo punto non ce l’hanno fatta più vedendo come unica via d’uscita la richiesta di aiuto, sbagliando, però, soggetto.

Chi si rivolge alle banche, qualora vi fossero le possibilità, lo fa richiedendo una serie di finanziamenti. Solitamente si verifica il metodo matrioska ovvero chi ha già un prestito o un mutuo lo estingue aprendone un altro, allungando i tempi di pagamento o dell’importo della rata arrivando, poi, a non riuscire ad affrontare le spese. Ecco quando entrano in gioco gli usurai. Ma anche in questo caso gli interessi sono sempre alti, con l’aggravante che per paura di ritorsioni o altro di ancor più grave si decide di non denunciare, scegliendo di restare succubi a vita dei cravattari e vedendo come unica via d’uscita il suicidio. Questo è il quadro sociale che emerge e che sarà approfondito, nel pomeriggio di oggi, in un webinar organizzato dalla Fondazione monsignor De Grisantis. Durante l’incontro verranno tracciate le criticità della crisi economica e sociale che il Paese sta vivendo accendendo un faro sul fenomeno sociale del sovra indebitamento e quello criminoso dell’usura. La riflessione analizzerà l’impatto dei fenomeni nella vita comune e la necessità di prevenirli attraverso un’adeguata comunicazione, la creazione di reti e percorsi di educazione finanziaria che desiderano essere sostenuti dalle Istituzioni Pubbliche.

La Fondazione monsignor Vito De Grisantis sin dal 2011 ha creato un fondo a supporto della creazione d’impresa, indirizzato sia ai giovani disoccupati, sia a coloro che avevano perso il lavoro. Grazie al Fondo di garanzia “Progetto Tobia”, ad oggi sono state avviate 120 piccole attività imprenditoriali e sono state sostenute 56 famiglie con il microcredito sociale, con il contributo del Prestito della Speranza gestito dalla Conferenza Episcopale Italiana. La Fondazione già da tempo ha sottoscritto il Protocollo per la prevenzione e contrasto all’usura con la Prefettura di Lecce, con le associazioni di categoria e le forze dell’ordine. Nell’ambito del progetto “Supporto alle Vittime di Racket e Usura”, da un anno, ha attivato uno sportello anti racket e usura presso il Centro Diocesano Caritas in piazza Cappuccini, a Tricase.

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