I difensori degli imputati chiedono che le intercettazioni non vengono utilizzate nel processo per il crac delle Ferrovie Sud Est che vede coinvolti anche ex vertici di Bnl. Per la procura, invece, vanno ammesse. Il giudice del Tribunale di Bari, Marco Guida, si è riservato di decidere il prossimo 30 marzo.
Secondo i legali degli imputati, gli atti non sono utilizzabili perché non sarebbero stati messi a disposizione delle difese e non sarebbero contenuti nell’avviso di conclusione delle indagini. Nell’udienza che si è tenuta questo pomeriggio il pm Francesco Diliso ha invece spiegato ai giudici che gli atti relativi alle intercettazioni «sono nei faldoni delle indagini preliminari in allegato all’informativa conclusiva».
Il processo, cominciato a novembre con l’ammissione di parte civile del ministero dei Trasporti, Regione Puglia, Ferrovie Sud Est e Ferrovie dello Stato, vede fra gli imputati l’ex amministratore delegato di Bnl Fabio Gallia, 17 tra ex e attuali dirigenti e funzionari della banca e l’ex amministratore unico di Fse, Luigi Fiorillo. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta impropria per effetto di operazioni dolose ai danni di Fse e bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Bnl.
I fatti contestati risalgono agli anni 2009-2016, ma i reati di bancarotta ipotizzati sono datati 16 gennaio 2017, data di ammissione di Fse al concordato.
Nell’inchiesta si ipotizza che le condotte dei funzionari dell’istituto di credito abbiano aggravato la situazione debitoria di Fse attraverso la concessione di finanziamenti, il mantenimento di linee di credito in favore della società in dissesto e l’assenza di controlli sulla destinazione delle somme erogate.