Costa Ripagnola, nuova udienza per discutere della richiesta dei pm: opposizione degli ambientalisti

Non ci sono elementi, secondo la Procura di Bari, per portare avanti le indagini a carico della Serim, la società che sta realizzando un resort a Costa Ripagnola, sulla traccia di un progetto che tuttavia rispetta ambiente e tradizione. Una lottizzazione che da tempo, ormai, schiera da parti opposte della barricata costruttori e ambientalisti, tra denunce e ricorsi al Tar.

Ieri mattina si è tenuta al tribunale di Bari una nuova udienza per discutere l’opposizione all’archiviazione, nuovamente chiesta dalla Procura al gip, contro la quale si battono le associazioni ambientaliste. La novità emersa ieri è che anche l’amministrazione comunale di Polignano, dopo essersi schierata dalla parte degli ambientalisti, si è unita alla Procura nella richiesta di archiviazione.

Le ipotesi di reato di questo fascicolo arrivano come tempi di contestazione fino al 2019 e, ha spiegato la procura di Bari, le accuse mosse dagli ambientalisti riguardano autorizzazioni concesse in tempi successivi. Non ci sarebbero quindi elementi per portare avanti questo fascicolo, ma la Procura ha assicurato che vigilerà su tutto quanto è avvenuto dopo quella data. Nell’inchiesta (coordinata dal procuratore Roberto Rossi con l’aggiunto Alessio Coccioli e il sostituto Baldo Pisani) venivano ipotizzati i reati di abuso d’ufficio e rifiuto o omissioni di atti d’ufficio a carico di Luigi La Rocca, ex soprintendente ai beni archeologici della Puglia; Giuseppe Tedeschi, della soprintendenza archeologica della Puglia; e Marilena Ingrassia Fonte, dell’ufficio tecnico del Comune di Polignano.
Il reato di abusivismo edilizio era invece contestato all’imprenditore Modesto Scagliusi, titolare della Serim. L’area, sottoposta a sequestro probatorio ad ottobre 2019 per verificare la regolarità dell’iter amministrativo, è stata dissequestrata a gennaio 2022.

Poco più di un mese fa, un’altra tegola si era abbattuta sulla barricata degli ambientalisti. arente di interesse, di legittimità e tardiva. Il Tar Puglia, infatti, aveva respinto la richiesta de “I Gabbiani di Costa Ripagnola” e di Domenico Lomelo di fermare il cantiere di Costa Ripagnola, ritenendola né legittima, né presentata nei termini corretti. Ai magistrati amministrativi si era rivolta l’associazione ambientalista, chiedendo di sospendere l’efficacia (e annullare) tutte le determine e le autorizzazioni ambientali, i pareri di compatibilità urbanistica e il via libera della Soprintendenza archeologica al progetto della Serim srl.

Per la seconda sezione del Tar Puglia, che aveva esaminato sia l’istanza degli ambientalisti che le eccezioni della Serim, “ad un sommario esame proprio della presente fase, l’istanza cautelare così come introdotta non appare essere assistita da un sufficiente fumus boni iuris”.

E le eccezioni della Serim apparivano “fondate sia sul piano della carenza di interesse, che su quello della tardività dell’impugnativa, che su quello della carenza di legittimazione attiva”.

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