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Corruzione elettorale, in due non rispondono al gip. Lunedì l’interrogatorio di Cataldo e Donatelli

Nicola Lella e Armando De Francesco, finiti uno in carcere e l'altro ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta per corruzione elettorale che ieri ha portato all'esecuzione di dieci misure cautelari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'inchiesta che ha portato all'esecuzione delle dieci misure cautelari (una in carcere, sette ai domiciliari e due divieti di…
Nicola Lella (a sinistra) e Armando De Francesco

Nicola Lella e Armando De Francesco, finiti uno in carcere e l’altro ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione elettorale che ieri ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’inchiesta che ha portato all’esecuzione delle dieci misure cautelari (una in carcere, sette ai domiciliari e due divieti di dimora) riguarda due distinte associazioni per delinquere finalizzate alla corruzione elettorale che avrebbero operato in occasione delle amministrative di Grumo Appula e della Regione Puglia (20 e 21 settembre 2020) e del Comune di Triggiano (3 e 4 ottobre 2021).

Lella, assistito dall’avvocato Gaetano Carrieri, è comparso in carcere davanti al gip Paola De Santis, mentre l’interrogatorio di garanzia di De Francesco, detenuto ai domiciliari e difeso dall’avvocato Nicola Quaranta, si è tenuto in Tribunale.

Lunedì saranno interrogati altri due arrestati ai domiciliari: Sandro Cataldo, marito dell’ex assessora pugliese ai Trasporti Anita Maurodinoia, difeso da Mario Malcangi, e il sindaco di Triggiano (sospeso dal prefetto) Antonio Donatelli, difeso da Beppe Modesti.

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