Sono in tutto 72 gli indagati nella nuova inchiesta che scuote la città di Bari alla vigilia delle nuove consultazioni elettorali.
All’alba di oggi i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Bari hanno notificato una misura agli arresti domiciliari ad Alessandro Cataldo, marito dell’assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, anche lei indagata nella stessa inchiesta della Procura di Bari: i suoi uffici, nel Palazzo della Regione, sono stati perquisiti.
Ai domiciliari altre cinque persone: il consigliere circoscrizionale di Sud al centro, Armando De Francesco, il sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, Giovanni Lavacca, Alberto Leo Perrelli, Vito Perrelli e Piergiorgio Andrea Perrelli. In carcere Nicola Lella, assessore comunale di Grumo Appula, due divieti di dimora nel comune di Triggiano sono stati notificati a Gaetana Lanotte e Francesco Donatelli.
La gip Paola De Santis, che ha contestato l’associazione finalizzata alla corruzione elettorale con riferimento alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo, e del 4 ottobre 2021 a Triggiano, nella sua misura cautelare parla dell’esistenza di un «sistema politico clientelare e di una macchina organizzativa che si attiva con modalità illecite in ogni competizione elettorale».
Cinquanta euro per un voto
Dalle indagini sarebbe emerso che le preferenze «sono state condizionate anche in cambio di 50 euro per voto e chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari “gregari” degli organizzatori, che stazionavano stabilmente nei pressi delle sezioni loro assegnate, verificavano se le persone si fossero effettivamente recate al voto nonché, all’atto dello spoglio, controllavano l’effettiva corrispondenza dei voti “acquistati”».
La sera del 6 ottobre del 2021, in un cassone stradale per la raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari, i carabinieri trovarono frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini triggianesi, un consistente numero fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale.
Nella misura si ricollegano i fatti ad un altro procedimento, già in fase dibattimentale, a carico di oltre 40 persone, tra cui Carlo e Donata De Giosa, che al fine di far ottenere l’elezione di Carlo De Giosa a consigliere del Municipio 1, durante le elezioni comunali del 2019, promettendo 25 euro a voto e mostrando su chat la scheda con il simbolo “Sud al centro” e i nomi da barrare: Maurodinoia al Comune e De Giosa al Municipio.
Per i pm Savina Toscani e Claudio Pinto, rappresenta la conferma dell’esistenza di un sistema escogitato da Cataldo per controllare l’effettivo esercizio del voto in favore del suo partito politico e della moglie Anita Maurodinoia. Nelle ultime tornate elettorali Cataldo aveva cambiato sistema preferendo procedere ad elargire i soldi per la compravendita dei voti rettamente ai tanti consiglieri comunali o di circoscrizione presenti sul territorio pugliese, come avvenuto con il consigliere circoscrizionale De Giosa.
Dagli accertamenti condotti dai carabinieri, emergeva che la promessa e la consegna della somma di 50 euro erano finalizzate a indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Maurodinoia alle elezioni regionali, che si svolgevano contemporaneamente alle comunali.
Scrivono ancora gli inquirenti: «Il ruolo politico del Cataldo emergeva in maniera preponderante in quanto egli esprimeva pareri politici, dettava le linee strategiche, decideva alleanze e coalizioni nell’ambito delle dinamiche politiche regionali e locali, le intercettazioni evidenziavano la spiccata personalità “politica” ed “imprenditoriale” dello stesso, nei confronti del quale i numerosi interlocutori si mostravano ossequiosi e riverenti, offrendogli la loro più ampia disponibilità nei vari settori. Inoltre emergeva l’interesse di Cataldo nel mantenere e collocare propri “uomini” nelle varie amministrazioni locali, stringendo le giuste alleanze ed appoggiando le coalizioni vincenti come nel caso di Triggiano, ove in vista delle prossime elezioni comunali sosterrà il candidato sindaco uscente»
Le elezioni a Grumo
Un analogo sistema sarebbe già stato applicato l’anno precedente, nel settembre 2020, durante le elezioni svoltesi a Grumo Appula. In quel caso, spiegano gli inquirenti, «il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale, oggi destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere».
Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti emerge il rinvenimento di 2 fogli sui quali era riportato un elenco di cittadini «già “catalogati” per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale; agli stessi doveva essere versata la somma di 50 euro, quale corrispettivo per l’avvenuto acquisto del proprio voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un “ok” per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita».