Corruzione: 50 euro in cambio di un voto. Rossi: «Mafia interferisce con la democrazia» – VIDEO

«Questo gruppo criminale faceva attività di penetrazione nel territorio dal punto di vista economico ed ha avuto una capacità di penetrazione nel mondo politico attraverso un’interferenza con i processi democratici. Quello che è interessante è la modalità con la quale la criminalità organizzata interferisce con la democrazia. C’è un’intercettazione in cui gli indagati si chiedono a vicenda l’orientamento politico. “Non mi importa di essere di destra o di sinistra: importante è fare affari”. Voglio sottolineare la collaborazione straordinaria di tutte le forze dell’ordine». È quanto ha dichiarato il procuratore di Bari, Roberto Rossi, aprendo la conferenza stampa convocata per fornire dettagli sull’indagine in cui sono state arrestate 19 persone, tra cui la consigliere comunale di Bari Francesca Ferri e l’ex consigliere regionale e comunale di Bari nonché presidente del Foggia calcio Nicola Canonico.

Ferri è stata portata in carcere (e non ha ottenuto i domiciliari come si era appreso in precedenza), Canonico ha ottenuto i domiciliari.

Sono due i filoni investigativi in cui è articolata l’operazione “Valenza”.

Il primo riguarda un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano, ritenuta vicina al clan Parisi; il secondo si concentra su un episodio di scambio elettorale, politico-mafioso che ha portato all’individuazione di un sodalizio finalizzato alla corruzione. Quindici degli arrestati sono indagati dai Carabinieri del comando provinciale di Bari e di altri 4 dalla Questura di Bari e dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo.

Per quanto riguarda il primo filone investigativo, sono oltre 100 gli uomini dell’Arma che stanno dando esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare nei comuni di Bari, Cassano delle Murge, Valenzano, Ginosa e Palermo: i 15 soggetti indagati rispondono, a vario titolo, delle accuse di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce, porto e detenzione di armi comuni da sparo, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Secondo l’accusa, 10 degli indagati farebbero parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante a Valenzano. L’indagine è partita nel 2017 e ha consentito di accertare i legami tra un noto pregiudicato e il clan Parisi, portando così all’arresto di 7 suoi fedelissimi e dei genitori (la madre è sorella del boss ucciso in un agguato di mafia nel 2009).

Per quanto riguarda il secondo filone investigativo, invece, sono finiti in manette quattro soggetti residenti nei comuni di Casamassima, Palo del Colle e Valenzano. Sono indagati, a vario titolo, per scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Nel mirino degli inquirenti sarebbero finite le elezioni amministrative del 2019 nei comuni di Bari e Valenzano. Nel primo caso sarebbe stata accertata un’attività di «selezione e reclutamento di elettori» che, in cambio di 25 o 50 euro, avrebbero votato per una consigliera comunale risultata poi eletta. L’organizzazione sarebbe imputabile alla stessa consigliera e al suo compagno (che si ritiene avesse frequentazioni con elementi di spicco della criminalità organizzata) oltre che di un noto imprenditore, ex consigliere comunale di Bari e regionale pugliese, attuale presidente del Foggia calcio. In occasione delle elezioni a Valenzano, poi, l’organizzazione oggetto del primo filone d’indagine avrebbe assunto l’impegno di procurare «voti della malavita» ad taluni candidati, in cambio della promessa di ricevere utilità varie in proprio favore (tra cui la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà) e della propria compagine criminale.

Video di Andrea De Vecchis.

Operazione "Valenza". Rossi: «Mafia interferisce con la democrazia»

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