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Corigliano d’Otranto: sotto torchio il figlio dell’anziano. Un piano per continuare a riscuotere la pensione?

Col passare delle ore si delineano i contorni sulla morte di Antonio Caracciolo, l’anziano 83enne trovato cadavere all’interno del suo appartamento, al civico 42 di via San Leonardo a Corigliano d’Otranto. È indagato per occultamento di cadavere il figlio, Luigi Roberto Caracciolo, di 55 anni. L’uomo, dopo essere stato ascoltato mercoledì pomeriggio dai carabinieri in…

Col passare delle ore si delineano i contorni sulla morte di Antonio Caracciolo, l’anziano 83enne trovato cadavere all’interno del suo appartamento, al civico 42 di via San Leonardo a Corigliano d’Otranto.

È indagato per occultamento di cadavere il figlio, Luigi Roberto Caracciolo, di 55 anni. L’uomo, dopo essere stato ascoltato mercoledì pomeriggio dai carabinieri in caserma, aveva fatto perdere le proprie tracce per alcune ore. Soltanto la mattina seguente, intorno a mezzogiorno, è stato rintracciato. Ha più volte detto di aver sentito il padre domenica, dopodiché si è chiuso in un mutismo selettivo, anche con il suo avvocato Fabrizio Ruggeri.

Nel frattempo è stato posto sotto sequestro il cellulare dell’uomo, probabilmente saranno effettuate delle analisi per comprendere se quanto raccontato corrisponde ai fatti narrati in prima battuta. Intanto i resti dell’83enne, trovato in avanzato stato di decomposizione nella cucina della sua abitazione, sono stati trasferiti presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per l’autopsia. Da una prima ispezione esterna non sembrano esserci segni di violenza tali da ipotizzare una morte cruenta. Il cadavere dell’anziano era adagiato su una brandina, avvolto in alcune coperte, accanto dei ventilatori accesi. Prende sempre più piede l’ipotesi di un occultamento del corpo per continuare a riscuotere la sua pensione. Corigliano d’Otranto è una piccola comunità che conta 5500 abitanti, dove ci si conosce un po’ tutti.

Antonio era solito passeggiare in paese e spesso utilizzava la bicicletta. Gli amici lo definisce silenzioso e rispettoso, uno che salutava chiunque incontrasse per strada. Anche il figlio era conosciuto e viene descritto come un tipo schivo, riservato, che non avrebbe mai dato segni di squilibrio. «La notizia ci ha lasciati sconvolti e sconcertati perché non siamo abituati a questo genere di situazioni. La nostra – racconta la sindaca Addolorata Anna Manti – è una comunità coesa, che collabora, grazie ad una rete di associazioni attive sul territorio. A Corigliano nessuno è mai rimasto da solo. Questa è una situazione scoppiata all’improvviso, non nota agli uffici comunali. Antonio non chiedeva nulla al Comune, era un cittadino tranquillo che spesso si recava in Svizzera per trovare alcuni parenti. Inizialmente la situazione non poteva destare sospetti poiché era avvezzo a trascorrere lunghi periodi di tempo all’estero. Da dicembre, dopo aver constatato la pericolosità dell’immobile di Antonio, la polizia locale si è recata diverse volte presso la sua abitazione senza mai riuscire ad incontrarlo. Lo stabile in cui viveva doveva essere messo in sicurezza, ma ogni volta che i vigili andavano a suonare alla porta di casa dell’anziano non rispondeva nessuno. È vero che trascorreva periodi in Svizzera, ma nemmeno lì era reperibile e ci siamo preoccupati rivolgendoci all’autorità giudiziaria per utilizzare i mezzi più consoni alla ricerca di Antonio, ma mai immaginavamo un epilogo del genere». Intanto proseguono le indagini e i rilievi da parte dei carabinieri della compagnia di Maglie e dai militari del nucleo investigativo di Lecce.

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