In riferimento all’inchiesta avviata dalla Procura di Bari su un funzionario della banca Intesa Sanpaolo che avrebbe “spiato” i conti correnti della presidente del consiglio Giorgia Meloni, di sua sorella Arianna, del presidente del Senato Ignazio La Russa, di alcuni ministri, di magistrati e dei presidenti delle regioni Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia, l’istituto di credito fa sapere che «il comportamento del dipendente non in linea con le procedure interne e la normativa di settore è emerso nel corso delle ordinarie attività di controllo, incluso un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali o a rischio relativi alle consultazioni effettuate dai dipendenti della Banca autorizzati al trattamento dei dati della clientela».
Sistemi che, fa sapere la banca, hanno funzionato. A quanto si apprende, il dipendente è stato licenziato.
Oltre ad avere adottato «tempestivamente nei confronti del dipendente le opportune iniziative disciplinari» la Banca fa sapere di avere «provveduto a informare le autorità competenti».
Intesa Sanpaolo sottolinea ancora che «l’evento è stato individuato dagli attuali sistemi di controllo» e che la Banca è «costantemente impegnata a evolvere i sistemi nell’ottica di garantire la massima protezione dei dati della clientela».