«Anche se io non sono una figura pubblica come la premier Meloni, ci tengo ugualmente alla mia privacy. Chiunque dovrebbe poter dormire sonni tranquilli sapendo che le proprie informazioni bancarie sono al sicuro». Il signor Ignazio legge e rilegge le notizie che si susseguono sul caso dell’ex impiegato di Intesa Sanpaolo, e ancora non riesce a farsene una ragione.
Lui, imprenditore agricolo della Bat, qualche tempo fa a Vincenzo Coviello, adesso indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie riguardanti la sicurezza dello Stato, aveva chiesto dei consigli. «Quando ho saputo le ultime vicende, mi sono preoccupato – spiega l’imprenditore – non ho mai pensato che quella persona, che mi è sembrata cordiale e professionale, potesse essere coinvolta in qualcosa del genere. Ma adesso mi chiedo: e se anche il mio conto corrente fosse stato spiato? Non ho nulla da nascondere, ma non riesco a tollerare l’idea che qualcuno possa aver violato la mia privacy».
I contatti
L’incontro fra i due era avvenuto casualmente, nelle strade di Bisceglie, dove Coviello lavorava per la filiale Agribusiness. Pochi minuti per chiedere qualche consiglio. «Anche se non mi conosceva – racconta il signor Ignazio – è stato molto gentile con me. Mi ha ascoltato e allora io ho colto l’occasione per fargli un paio di domande. Nelle settimane successive avrei voluto prendere un appuntamento, però poi ho dovuto affrontare alcuni problemi familiari e non l’ho più fatto».
Il caso di Coviello, insomma, ha scosso non solo gli ambienti bancari, ma anche tante persone comuni che hanno avuto contatti con l’ex bancario. A Bisceglie, in realtà, è descritto da molti come una persona tranquilla. Nessuno tra coloro che dice di conoscerlo di vista avrebbe mai immaginato che potesse essere coinvolto in una vicenda così delicata e controversa. Per i residenti della zona, Coviello era semplicemente un volto conosciuto che si incontrava tra i vicoli di Bisceglie o nei luoghi abituali della vita cittadina. Alcuni commercianti del quartiere non esitano a ricordarlo come «un uomo educato e riservato».
Bocche cucite da parte dei colleghi che, per il momento, preferiscono non esprimersi. «Sarà la giustizia a fare luce su ogni aspetto – sottolinea Ignazio, commentando gli sviluppi delle indagini – ma io voglio sperare che, magari, si tratti solo di un grande malinteso».