Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina proporrà al Cda della banca, previsto per la prossima settimana, la nomina di una figura che sia garanzia di sicurezza, quella sicurezza di un grado in più rispetto a quella finora esistente e che, a quanto pare, ha mostrato tutti i suoi punti deboli. Ne dà notizia lo stesso gruppo bancario.
Chi è
Nel ruolo di chief security officer di gruppo, nuova area a riporto del consigliere delegato con la responsabilità per la cyber security e la sicurezza in termini più ampi è stato candidato un alto ufficiale, il generale di corpo d’armata dei carabinieri Antonio De Vita. Il generale De Vita ha ricoperto, prima di raggiungere nel mese di luglio il pensionamento, la responsabilità relativa alle regioni di Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Dal 1 settembre è stato assunto da Carlo Messina nel suo staff come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber.
Il ruolo
Il chief security officer è un responsabile per la sicurezza delle informazioni, in grado di definire la giusta strategia di protezione degli asset aziendali e mitigare tutti i possibili rischi informatici. Una figura che, se fosse stata prevista in precedenza avrebbe probabilmente rilevato subito l’anomalia degli accessi abusivi. Ma non solo: tenendo conto del continuo evolversi delle minacce informatiche, rappresenta una figura fondamentale per la sicurezza informatica aziendale, soprattutto alla luce delle nuove normative europee per la protezione dei dati, delle reti e dei sistemi informativi: il Gdpr e la direttiva Nis 2. La presenza di un responsabile per la sicurezza delle informazioni correttamente inserito nell’organigramma aziendale dovrebbe se non eliminare, quanto meno limitare l’accadere di un data breach.
Il caso in Parlamento
Chiarimenti immediati sugli accessi illegali li chiede il capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri, con una interrogazione urgente. «Sono ben consapevole – afferma Gasparri – del ruolo di vigilanza di Banca d’Italia e degli organi europei in vicende di questa natura. Ma è evidente che si configurano anche violazioni di ordine penale di competenza della magistratura e questioni di carattere generale riguardanti la affidabilità nel campo dell’esercizio della attività bancaria. Ma il moltiplicarsi di episodi di dossieraggio di varia provenienza impone verifiche ad ogni livello». Reazioni arrivano anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «In un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio di grandi personaggi politici, in gran parte appartenenti ad una parte politica, è chiaro che c’è forte il sospetto della volontà di creare un’alterazione del percorso democratico».