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«Conoscenze sul quartiere San Paolo», così Gaetano Strisciuglio aiutò Olivieri

Le «conoscenze sul quartiere» e i voti della famiglia. È questo il bacino di utenza che Gaetano Strisciuglio, il 34enne nipote dei capiclan Domenico e Sigismondo “la Luna” nel 2019 aveva vantato con l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, arrestato il 26 febbraio scorso nel maxiblitz Codice Interno per voto di scambio politico-mafioso. Lo conferma lo…

Le «conoscenze sul quartiere» e i voti della famiglia. È questo il bacino di utenza che Gaetano Strisciuglio, il 34enne nipote dei capiclan Domenico e Sigismondo “la Luna” nel 2019 aveva vantato con l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, arrestato il 26 febbraio scorso nel maxiblitz Codice Interno per voto di scambio politico-mafioso. Lo conferma lo stesso Strisciuglio in una lettera ai pm.

Le dichiarazioni ai pm

Come anticipato da L’Edicola del Sud, Strisciuglio ha ottenuto dal gip Giuseppe De Salvatore i domiciliari, dopo aver ammesso di aver ricevuto da Olivieri soldi e buoni benzina per procacciargli voti al quartiere San Paolo. Dopo aver incassato il no della Cassazione, ad agosto scorso, alla richiesta di scarcerazione formulata dai suoi legali, gli avvocati Giuseppe Giulitto e Dario Vannetiello, Gaetano Strisciuglio ha adottato una nuova strategia. E, nella lettera ai pm del 16 settembre scorso, ha ammesso il “patto” stretto con l’ex consigliere regionale, per procacciare voti in favore di sua moglie, la candidata consigliera al Comune di Bari con una lista di centrodestra, Mari Lorusso. E, in considerazione “dell’ammissione di addebito”, come scrive il gip nell’ordinanza, ha ottenuto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

La cena al ristorante

Ai pm, il nipote degli storici capiclan ha confermato quanto già agli atti dell’inchiesta, grazie alle intercettazioni ambientali e alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. E cioè di aver conosciuto l’avvocato Olivieri tramite un altro imputato nello stesso procedimento, un amico del San Paolo, Michele Nacci. Con lui e Toni Petroni, il 14 maggio 2019 erano stati a cena, in un noto ristorante di Bari vecchia, ospiti di Olivieri. Le microspie della Squadra Mobile registrano la conversazione.

Come eludere le indagini

Durante la cena, Olivieri spiega ai commensali come salvare i dati del telefonino, non sull’iCloud ma solo sulla memoria del cellulare per evitare, spiega, che possano essere recuperati nel caso di eventuali attività di indagine. In quell’occasione, Olivieri avrebbe dato un assegno da 20mila euro per retribuire i portatori di voti. Ma, come Strisciuglio ha ribadito nella sua memoria, poi l’assegno è stato restituito, in cambio di buoni benzina e la promessa di posti di lavoro.

La palazzina come garanzia

E le microspie registrano anche un Olivieri disposto a tutto. Riferendosi sempre alla cena del giorno prima, spiega: «Oh ieri gli dissi anche “per essere sicuro, facciamo un compromesso della palazzina di via Tancredi e tu un domani l’incassi, perché hai un compromesso sulla cosa”… poi più di questo che cazzo devo fare? Anche perché l’assegno, per questo noi lo facciamo a fine luglio, è chiaro! Ehi male che vada sono io che rischio il culo perché, lui ha l’assegno in mano, quindi se lo mette all’incasso, l’incassi, “ho venduto una cosa e ho dato l’acconto” …perché le cose, poi, giuridicamente è chiaro che le so fare… però ragazzi per me era un modo per spingere di più… ce la dobbiamo fare lo stesso… ce la… Mirko ce la faremo lo stesso».

Una data, quella di fine luglio (e dunque ben lontana dalle elezioni di maggio), che è stata più volte indicata da Olivieri come quella deputata per l’incasso del titolo di credito precisando «io a luglio sto tranquillo, hai capito?».

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