Condanna per peculato, sospeso il comandante dei vigili di Terlizzi. I legali annunciano battaglia: «Lesi i suoi diritti»

«Il provvedimento lede i suoi diritti». È affidata alle parole degli avvocati Claudio Papagno e Isabella Tritta la reazione dell’ormai ex comandante della polizia locale di Terlizzi, Antonio Modugno, raggiunto lunedì dal provvedimento di sospensione dall’incarico e firmato direttamente dal segretario generale comunale, Antonella Fiore. Perché questa decisione? Modugno è risultato essere uno dei condannati, in primo grado, nel cosiddetto “Sistema Trani”, l’inchiesta che nel 2014 aveva sconvolto la vita politica e amministrativa del capoluogo Bat e per la quale, nei giorni scorsi, si è concluso il dibattimento. Al già comandante (era anche dirigente ad interim dei Servizi finanziari) è stata inflitta una condanna di cinque anni, 11 mesi e 20 giorni per il reato di concorso in peculato continuato e aggravato con l’interdizione «in perpetuo dai pubblici uffici – si legge nelle carte -, in stato di interdizione legale durante la pena e estinzione del rapporto di impiego nei confronti della pubblica amministrazione». Fiore, perciò, ha fatto valere il decreto legislativo numero 39 del 2013, secondo cui «nel caso di condanna anche non definitiva, per uno dei reati nei confronti di un soggetto esterno all’amministrazione, ente pubblico o ente di diritto privato in controllo pubblico cui è stato conferito uno degli incarichi, sono sospesi l’incarico e l’efficacia del contratto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, stipulato con l’amministrazione, l’ente pubblico o l’ente di diritto privato in controllo pubblico».

Ma contro la decisione del segretario, l’ex dirigente ha, come detto, sollevato più di qualche perplessità. «Il provvedimento di sospensione – si legge nella nota dei suoi legali – è stato adottato da soggetto in assenza di norma espressa attributiva di un potere in tal senso. Segnaliamo un’ulteriore criticità: risulta che tale provvedimento sia stato adottato sulla scorta di un mero dispositivo e prima ancora, quindi, del deposito della sentenza in cancelleria in uno alle relative motivazioni. Solo ciò consentirà, come noto, la proposizione di appello immediato con conseguente sospensione ex lege degli effetti della sentenza di primo grado. Ancora, il dipendente è in stato di malattia, per cui non poteva e non può adottarsi alcun provvedimento disciplinare. A rendere ancor più surreale la vicenda è il fatto che pochi giorni fa il pubblico ministero che ha innescato il calvario giudiziario del dott. Modugno è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per aver messo in atto modalità intimidatorie e violenze nei confronti di alcuni testimoni al fine di costringerli a dichiarare il falso in danno proprio del dott. Modugno. Preannunciamo che tale provvedimento sarà senz’altro impugnato dinanzi al competente tribunale, riservandoci l’avvio di qualsivoglia ulteriore azione a tutela dei diritti del dott. Modugno». L’ex comandante, tra le altre cose, era anche impegnato nel ricorso in Cassazione per dimostrare la regolarità di quell’autovelox fatto montare nel 2021 sulla sp.231 ma “illegittimo” sia in primo grado che in appello per il giudice di pace del Tribunale di Trani, dando così ragione agli automobilisti multati e ricorrenti, a cui adesso il Comune pagherà le spese di giudizio.

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