Confermata, dalla Corte d’Appello di Bari, la condanna a 16 mesi di reclusione per Monica Laera, moglie del boss del clan Strisciuglio Lorenzo Caldarola, che il 9 febbraio del 2016 colpì al volto con un pugno la giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola mentre stava lavorando a uno speciale dedicato alla criminalità organizzata.
Laera è stata riconosciuta colpevole di lesioni con l’aggravante mafiosa e minacce. La donna colpì con un pugno al volto Mazzola, in reazione alla richiesta di informazioni sui procedimenti penali a carico del figlio Ivan, all’epoca minorenne, mentre in quel momento all’interno dell’abitazione della famiglia Caldarola (la giornalista era in strada), era allestita una camera ardente perché la stessa mattina era deceduta una familiare.
La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.
A dare notizia sui social è la stessa giornalista. «Abbiamo vinto – scrive in un post Mazzola – ha vinto il giornalismo libero contro tutte le mafie».
All’udienza era presente anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro. «Ci siamo schierati sin da subito in questa vicenda a difesa della giornalista, del diritto di informazione e per tutelare l’immagine della nostra città, anche in questo caso danneggiata dai soprusi e dall’atteggiamento intimidatorio di chi pensa ancora di poter dettare le regole in questa città. Bari – afferma il sindaco – è città libera e di libertà e con la sentenza di oggi questo concetto è stato riaffermato».
Il Comune di Bari si è costituito parte civile assieme a Libera, all’Associazione stampa romana, alla Federazione nazionale della stampa italiana e all’Ordine nazionale dei giornalisti.