Codice interno, Strisciuglio inguaia Olivieri sul voto di scambio alle comunali di Bari del 2019

L’erede degli Strisciuglio che andava a cena con Giacomo Olivieri svela i retroscena e conferma di aver ricevuto un assegno e buoni benzina dall’ex consigliere regionale, nell’ambito dell’inchiesta per voto di scambio politico-mafioso del 2019 a Bari. La spallata, potente, alla posizione di Olivieri, arrestato nell’operazione Codice Interno del 26 febbraio scorso con l’accusa pesante di aver stretto accordi con i clan del territorio per “acquistare voti” in favore di sua moglie Mari Lorusso, arriva da Gaetano Strisciuglio, figlio di Franco, uno dei fratelli “La Luna”, con Sigismondo e Domenico.

Il personaggio

Il 34enne barese era stato arrestato lo stesso giorno di Olivieri e di altre 128 persone nel blitz della Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinata dalla Dda. Nei mesi scorsi, dopo numerosi ricorsi dei suoi avvocati Giuseppe Giulitto e Dario Vannetiello, si erano occupati di lui anche i giudici della sesta sezione della Corte di Cassazione che, negandogli la scarcerazione, definivano “acclarata la consumazione del patto elettorale”. Quel patto stretto con Olivieri, per il quale Strisciuglio avrebbe garantito a Mari Lorusso, candidata al consiglio comunale, 300 voti. E lo aveva fatto in virtù del suo nome, della sua posizione di “intraneo all’omonimo sodalizio mafioso, forte della sua riconosciuta appartenenza in un ruolo di rilievo nella compagine mafiosa”. In quanto tale, avrebbe svolto il ruolo da “vicario dei suoi più titolati familiari detenuti”.

La resa

Nell’ultimo mese, allora, Gaetano Strisciuglio avrebbe deciso di cambiare strategia raccontando il suo impegno con Olivieri. E, in virtù della sua buona volontà, nella giornata di giovedì ha lasciato il carcere su ordinanza del gip Giuseppe De Salvatore, e ottenuto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. A documentare l’uscita dalla casa circondariale un video su TikTok girato da sua moglie: anche in questo caso, le vicende dei clan baresi sono oggetto di condivisione sui social.

La vicenda

I rapporti tra il 34enne dal cognome pesante e l’avvocato Olivieri sono documentate dalle numerose intercettazioni telefoniche degli investigatori della Squadra Mobile, diretti da Filippo Portoghese e coordinati dai sostituti procuratori antimafia Fabio Buquicchio, Federico Perrone Capano e Marco d’Agostino. Tra le altre, quella ascoltata in diretta il 14 maggio 2019, all’interno di un noto ristorante a Bari vecchia: Olivieri è a cena con Gaetano Strisciuglio, Michele Nacci (imputato anche lui nella stessa inchiesta e Antonio Petroni, detto ‘Toni’.

L’assegno a garanzia

I dialoghi fra i quattro avrebbero certificato la dazione di un assegno da 20mila euro, dato da Olivieri a Strisciuglio come corrispettivo per l’impegno del suo gruppo per il voto di scambio. Ma che Strisciuglio non convinto, ha restituito. Lo spiega l’indomani, in sua assenza perché impossibilitato («salutami a Giacomo») Mirko Massari: «Giacomo, io sono un tipo molto diretto. Gaetano e quelli hanno paura di questo assegno. Giustamente ci ha detto “Mì questi 20mila euro chi me li deve dare se succede qualche cosa?” È pure giusto così, tu sei un’immagine, sei quello che sei, noi non siamo niente… poco poco qua, non si sa mai, tu sparisci, questi 20mila euro dove li dobbiamo andare a prendere? Come li dobbiamo dare alle persone? Le persone giustamente “gli facciamo la campagna, ma dobbiamo rientrare con il contante” a noi è, questi sono tutti assegni».

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