Codice Interno, lascia il carcere il “socio occulto” di Strisciuglio: è a processo con Olivieri

Lascia il carcere per i domiciliari Toni Petroni, arrestato il 26 febbraio scorso con altre 129 persone nel maxi blitz Codice Interno, che ha svelato i rapporti fra clan e politica in occasione delle amministrative del 2019 a Bari, incastrando l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri (ancora in carcere) e sua moglie, l’ex consigliera comunale (ai domiciliari) Maria Carmen Lorusso.

Petroni, imprenditore nel campo delle sale scommesse, è accusato di concorso in voto di scambio. La decisione è arrivata a pochi giorni dalla nuova udienza della tranche degli imputati, la fetta più grande, che ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato, fissata per venerdì prossimo.

Il personaggio

Petroni, 37 anni, assistito dagli avvocati Massimo Chiusolo e Attilio Altieri, è accusato di concorso in scambio elettorale politico-mafioso, per i suoi legami con Gaetano Strisciuglio. Nel procedimento assume il ruolo di uomo di fiducia di Strisciuglio, ma nonostante la sua discreta dote di voti, non è stato eletto per il mancato superamento della soglia di sbarramento da parte del suo partito. Il lavoro di indagine degli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal dirigente Filippo Portoghese, ha fatto emergere che Petroni ha anche la titolarità fittizia di alcune agenzie di scommesse sportive, la cui proprietà sarebbe in realtà da ricondurre a Gaetano Strisciuglio, suo ‘socio occulto’.

L’accusa

Candidato alla carica di consigliere municipale, avrebbe promesso ad Olivieri la raccolta di voti per la candidata Lorusso “in cambio di utilità economicamente quantificabili, come buoni benzina e buoni spesa”, come si legge negli atti giudiziari. Il suo nome compare in numerose intercettazioni che costituiscono l’ossatura della maxinchiesta. E sono proprio le intercettazioni a far emergere gli attriti, al quartiere San Paolo in quel periodo, tra la coppia Strisciuglio/Petroni e il gruppo di portatori di voto facente capo invece a Bruna Montani e Michele Nacci. A entrambi i gruppi, secondo i pm antimafia, Olivieri avrebbe promesso soldi e utilità, allo scopo di far eleggere sua moglie in consiglio comunale.

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