Sono 14 i dipendenti della Asl di Lecce accusati di aver timbrato il cartellino per poi sbrigare faccende personali e che ora rischiano il processo. È arrivata al capolinea l’inchiesta della Procura di Lecce sul personale sanitario che, stando alle indagini svolte nel 2021, avrebbero timbrato il badge per poi allontanarsi dalla struttura, preoccupandosi di ritornare sul posto di lavoro prima dell’orario di fine attività per timbrare l’uscita. In alcuni casi, a timbrare il badge sarebbero stati dei colleghi che a loro volta avrebbero ricevuto lo stesso trattamento in altre circostanze. Una sorta di scambio di favori tra colleghi.
Le indagini avrebbero accertato anche la produzione di autocertificazioni che attesterebbero una presenza fittizia sul posto di lavoro. I presunti episodi documentati sarebbero avvenuti nel 2021, sfociati, poi, nel novembre scorso in un blitz operato dai carabinieri del Nas di Lecce che eseguirono un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo salentino. In quell’occasione vennero sospesi dall’esercizio pubblico tre persone, mentre undici furono destinatarie di avvisi di garanzia. Nelle scorse ore la sostituta procuratrice Donatina Buffelli, titolare del fascicolo d’inchiesta, ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini. I destinatari sono Francesco Bleve, 66 anni di Gagliano del Capo, operatore tecnico addetto all’assistenza; Cosimo Buffelli, 64 anni di Salve, dipendente con qualifica di commesso; Salvatore Panico, 62 anni di Tricase, ausiliario specializzato; Angelo Pirelli, 66 anni di Castrignano del Capo, operatore tecnico specializzato esperto; Marco Antonio De Pietro, 57 anni di Salve, operatore tecnico specializzato; Rosanna Tamborrini, 57 anni di Presicce-Acquarica del Capo, operatore tecnico scolastico; Maria Antonietta Preite, 53 anni di Casarano, con qualifica di coordinatrice infermieristica; Sergio Greco, 58 anni di Gagliano del Capo, collaboratore amministrativo professionale esperto; Maurizio Coluccia, 50 anni di Tricase, infermiere; Maria Rosaria Sergi, 49 anni di Castrignano del Capo, operatore socio sanitario; Raffaele Antonio Mariano, 68 anni, di Castrignano del Capo, dirigente medico; Salvatore Rao, 51 anni, di Maglie, anestesista; Antonio Vantaggio, 63 anni, di Salve, operatore amministrativo; Cosimo Villarosa, 64 anni, di Gagliano del Capo, assistente amministrativo. Ora gli indagati, attraverso i loro avvocati, hanno 20 giorni di tempo per produrre memorie difensive o chiedere di essere interrogati.
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Di Paolo Ruscitto24 Novembre 2024