«Non voglio più assistere a questo modo di commemorare la figura di mio fratello. Per l’anno prossimo ho deciso di restituire la medaglia d’oro al valore civile di Michele e le due d’argento che diedero a me nelle mani presidente della Repubblica in persona». Chi parla così è Grazia Tatulli, la sorella di Michele, l’agente bitontino della polizia di Stato ucciso nel 1980 dalle Brigate rosse in un agguato in via Schievano a Milano e la cui annuale cerimonia si è svolta ieri mattina all’ingresso di Palazzo Gentile e al cimitero.
A lei proprio non è piaciuta e non le manda a dire. «Si è concretizzata – dice – la cerimonia più speedy alla quale abbia mai assistito e con la sceneggiata napoletana di stamattina (ieri mattina, ndr) sono stati umiliati tutti i caduti per mano delle Br con le loro famiglie».
Cosa è stato ieri mattina, allora? Una corona di fiori è stata deposta ai piedi della lapide che all’ingresso del Comune ricorda il tragico agguato avvenuto la mattina dell’8 gennaio di 44 anni fa. Presente in primis il vicequestore di Bari, Aldo Fusco, che ha ricordato la figura di Michele Tatulli come un «giovane poliziotto corretto e dedito al proprio compito, che quella mattina si ritrovò a far parte di quella pattuglia per sostituire un suo collega. Abbiamo il dovere di ricordare per rendere onore al sacrificio di Michele al pari dei tanti eroi che hanno servito con esemplare impegno lo Stato, perché senza memoria non c’è futuro».
Il sindaco Francesco Paolo Ricci ha invitato a «non considerare la cerimonia di ieri come parte di una liturgia, rituale e dovuta, ma un momento di ricordo da fare insieme credendoci. Questa giornata deve essere soprattutto l’occasione per ricordare anche alle giovani generazioni quei valori che Michele Tatulli ci ha insegnato e che dobbiamo fare nostri in ogni circostanza. Sono i valori dell’appartenenza a un territorio dal quale era andato via per lavoro e al quale sperava prima o poi di tornare, dell’impegno, dello spirito d’abnegazione e di sacrificio, dell’alto senso di responsabilità e di attaccamento al lavoro. Valori da ricordare e diffondere».
Presenti anche il dirigente del locale commissariato di Pubblica sicurezza, Gerardo Di Nunno, i familiari di Michele Tatulli, i rappresentanti delle Forze dell’ordine e della polizia locale e della sezione cittadina dell’Associazione nazionale polizia di stato (Anps).