Cattivi maestri e genitori distratti, minori più violenti e trascurati: è allarme criminalità

Minori sempre più violenti e aggressivi, anche a causa di modelli sbagliati, cattivi maestri, genitori disattenti e istituzioni, a volte, assenti. Il quadro, a tinte fosche, che disegna il distretto di Corte d’appello di Bari (comprende anche il foggiano) e che sarà presentato ufficialmente durante la cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, rimanda l’immagine di una generazione in cerca di buoni esempi.

Dalle baby gang alla coabitazione con una cultura della mafiosità, segnano un aumento rispetto all’anno precedente sia i procedimenti penali, aperti dalla Procura presso il tribunale per i minorenni di Bari (+7,7 per cento, da 915 a 985), sia quelli civili, specchio di una crescente incapacità genitoriale (il 20 per cento, da 1.430 a 1.712) .

Tra i più numerosi, in ambito penale, quelli aperti a carico di uno o più minori per resistenza a pubblico ufficiale, 98 i fascicoli, seguono gli 86 (erano 72) procedimenti per detenzione di droga ai fini di spaccio. Nel periodo che va dal 1 luglio 2022 al 30 giugno scorso, sono stati ben 23 i procedimenti per violenza sessuale, e ancora: 3 gli omicidi volontari, 3 quelli tentati, dei quali uno nei confronti di una donna.

La Procura minorile barese registra di contro un lieve calo dei reati contro il patrimonio: rapine, furti con destrezza, ma soprattutto furti in abitazione. Segnalate, nel corso dell’anno, numerose frequentazioni dei più giovani con adulti appartenenti alla criminalità organizzata, elemento che alza la soglia di allarme degli inquirenti.

In leggero aumento, ma come fenomeno che mette sempre più radici, a Bari, quello delle baby gang: la geografia dell’intera provincia disegna da una parte l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, che opera stabilmente e sulla quale sono in corso indagini. Dall’altra il crescere numerico di gruppi di ragazzi che si riuniscono la sera e, sotto la guida di una personalità più forte, aggrediscono, picchiano, deridono, derubano i coetanei. Quel che allarma, ancor più, è che l’età degli aggressori scende progressivamente anche sotto i 13 anni.

In ambito civile, i 1.712 ricorsi presentati dalla Procura al tribunale, riguardano per la maggior parte situazioni di molestie intrafamiliari, di violenze subite dagli stessi familiari o, in gran crescita, di violenza assistita, di tutte quelle volte, cioè, in cui i minori assistono impotenti ad uno dei genitori che picchia l’altra.

Molti i casi di incuria genitoriale, di bambini mandati a scuola sporchi, mal nutriti o mal vestiti o in cattive condizioni di salute, che non compiono il ciclo completo delle vaccinazione (non per una scelta ideologica). Numerosi, anche i provvedimenti disposti in via d’urgenza, relativi al collocamento in comunità, come prevede l’articolo 403, che trova applicazione “quando il minore si trova in una condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica”.

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