Cassano, l’amore per le armi di Oltjon e quei colpi per farla finita

Su uno dei suoi profili social si mostra arma in pugno, mentre spara ad un bersaglio. A riprenderlo con la videocamera del telefonino, la sua compagna. Entrambi giovanissimi: lei appena 18enne, lui di 21.

Questa volta, però, il bersaglio non era di cartone ma in carne e ossa ovvero la giovane compagna: Lamiaa El Amri, nata ad Acquaviva delle Fonti, da genitori provenienti dal Marocco. A sparare, il suo convivente, Oltjon Sallaku, albanese, da tempo residente in Italia. Un piccolo imprenditore edile con la passione delle armi.

Con una “Beretta” calibro 7.65, detenuta illegalmente, secondo le prime indagini dei Carabinieri della Compagnia di Altamura. Al culmine di una lite nella loro abitazione di Cassano delle Murge, la sera del 16 novembre, il 21enne avrebbe esploso due colpi di pistola contro la ragazza, la madre di sua figlia nata nell’aprile del 2021, che in quel momento si trovava a casa dei genitori materni.

Uno dei proiettili l’ha colpita ad una scapola, l’altro ad un polmone. La donna ha perso i sensi, stramazzando sul pavimento. Poi Oltjon, forse rassegnato ad averla persa, ha puntato la pistola alla tempia e si è sparato, morendo sul colpo, secondo quanto hanno appurato i rianimatori intervenuti. Lamiaa, invece, non è morta: pur gravemente ferita ha avuto la forza di chiamare i soccorsi.

Una ambulanza del “118” è arrivata poco dopo in via Martin Luther King, nel popolare quartiere “San Gaetano” dove i due vivevano dallo scorso 13 settembre, in una casa al piano rialzato, in affitto. Ai soccorritori le condizioni della donna sono apparse subito gravi, nel quadro di una scena straziante.

Dopo averla condotta d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Miulli” i sanitari hanno trasferito la diciottenne al reparto di Chirurgia Toracica del Policlinico di Bari, dove è ora ricoverata fuori pericolo e in coma farmacologico, dopo un intervento chirurgico. I medici si sono riservati la prognosi ma già quest’oggi potrebbe essere ascoltata dai carabinieri che stanno cercando di fare luce sul caso. Gli inquirenti hanno ascoltato i pochi conoscenti della giovane coppia e alcuni familiari. C’è chi ha ammesso di averli sentiti litigare qualche volta e su questo si stanno concentrando le attenzioni per capire se vi sia qualche fondamento alle voci di una presunta volontà della donna di lasciare il padre di sua figlia o se si tratta, appunto, solo di indiscrezioni.

Solo qualche giorno fa l’uomo aveva fissato un appuntamento presso il Comune di Cassano per completare la pratica riguardante la piccola, per il riconoscimento ufficiale della cittadinanza italiana, segno di una vita che si voleva rendere “normale”, senza alcun presagio per una tragedia che resta quasi inspiegabile se non considerando l’assurda volontà di esercitare un possesso sulla persona.

La famiglia di Lamiaa, invece, è assistita dall’Ambasciata del Marocco in Italia per il tramite del Console onorario Vincenzo Abbinante, in contatto con le autorità locali e con il resto dei familiari che vivono sull’altra sponda del Mediterraneo.

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