Dolore, tempo, memoria. Secondo Freud sono le condizioni per guarire dallo stato di prostrazione per la perdita irreversibile di qualcuno. In alcuni casi, però, anche la verità può dare un contributo. Ricostruire il contesto entro cui è avvenuta la morte della figlia è ciò che Vito Nettis cerca di fare dalle 15.30 del 29 giugno scorso, quando lui e sua moglie sono arrivati a Fasano e «il caso era già stato liquidato dal magistrato di turno come suicidio».
Questa settimana arriverà sulla scrivania dei pm di Brindisi la relazione del perito sui dispositivi elettronici di Patrizia. Cosa si aspetta?
«Spero si trovino informazioni utili sui contatti che mia figlia aveva avuto per motivi personali e di lavoro, soprattutto nelle chat di WhatsApp che contengono date e orari, poi testi, documenti, foto, video e messaggi vocali, quindi molto di più del contenuto dei tabulati telefonici. Inoltre c’è l’iCloud, archivio virtuale dove potrebbero essere state conservate ulteriori informazioni. Mi auguro che l’accesso a questi dispositivi offra agli inquirenti nuove piste investigative».
Un’amica di Patrizia ha dichiarato che sua figlia «stava vivendo situazioni complicate che le procuravano ansia e dolore», non escludendo che «potrebbe aver deciso di togliersi la vita». È plausibile?
«Non escludo che mia figlia stesse vivendo una relazione che forse le stava creando qualche problema ma, per quello che è il livello di conoscenza che io avevo del suo carattere, sarei più propenso a credere che i problemi, soprattutto quelli di ansia, appartenessero alla persona con la quale lei intratteneva la presunta relazione».
È vero che, in un primo momento, avete ipotizzato che Patrizia potesse avere scoperto di avere problemi di salute o una gravidanza? L’autopsia potrebbe far luce su questi aspetti?
«I dati raccolti portano a escludere gravi problemi di salute. L’eventuale gravidanza non potrebbe essere stata motivo di suicidio per una donna calata in una società in cui è garantito il diritto della donna di decidere sull’esito di una gravidanza, indipendentemente dalle volontà del padre biologico. L’autopsia serve a escludere l’intervento di terze persone nella morte di Patrizia».