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Caso Errede, la Procura di Potenza insiste: «Arresti domiciliari anche per Silvestrini»

Si è consumato a colpi di codice di procedura penale l’ultimo atto della battaglia giudiziaria della Procura di Potenza, che contesta al gip Lucio Setola di aver sottovalutato “l'entità dei gravi fatti per cui si procede”, valutando “in maniera sintetica e riduttiva il materiale probatorio”. La contesa è la vicenda della fallimentare di Lecce, parzialmente…

Si è consumato a colpi di codice di procedura penale l’ultimo atto della battaglia giudiziaria della Procura di Potenza, che contesta al gip Lucio Setola di aver sottovalutato “l’entità dei gravi fatti per cui si procede”, valutando “in maniera sintetica e riduttiva il materiale probatorio”.

La contesa è la vicenda della fallimentare di Lecce, parzialmente sbriciolata con gli arresti (ai domiciliari) del 29 maggio scorso, disposti da Setola. Ma le richieste del procuratore Francesco Curcio, dell’aggiunto Maurizio Cardea e dei pm Anna Piccininni e Vincenzo Montemurro, erano state solo in parte accolte, con “un eccessivo sforzo di sintesi”, come avevano lamentato nell’appello i magistrati.

E ieri lo hanno ribadito, dinanzi ai giudici del Riesame, discutendo in particolare su alcuni punti. A cominciare dal “dominus” della vicenda, il giudice Pietro Errede, la cui difesa rappresentata dall’avvocato Michele Laforgia ha scelto di rinunciare all’appello. Oggetto di discussione sono stati alcuni presunti episodi corruttivi che il gip non aveva riconosciuti come tali, e cioè quello in concorso con l’avvocato Antonio Casilli, “imposto” agli amministratori giudiziari di FerSalento.

I fatti furono denunciati dal deputato di Fratelli d’Italia (ex consigliere regionale) Saverio Congedo, che di quella società era amministratore giudiziario e al quale sarebbero state fatte pressioni per nominare Casilli. Una pressione non isolata, secondo la Procura, ma indicativa di un modo di agire illecito e consolidato.

C’è poi il capitolo che riguarda il presidente della sezione fallimentare di Lecce, Alessandro Silvestrini, accusato di corruzione in atti giudiziari e per il quale i pm avevano chiesto gli arresti domiciliari, negati dal gip.

Dalle indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, sarebbe emersa la sponsorizzazione in suo favore da parte del commercialista Massimo Bellantone, proprio nei giorni in cui al Csm si giocava la partita della nomina a presidente del tribunale. Per la difesa di Silvestrini (e per il gip Setola) si sarebbe trattato di un gesto di amicizia (storica), mentre per la Procura la raccomandazione sarebbe stata immediatamente successiva, e quindi collegata, alla nomina del commercialista quale delegato alla vendita di un immobile.

Al termine della discussione delle parti, i giudici del Riesame si sono riservati la decisione, attesa per le prossime ore.

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