Esplode a Bari il caso degli avvocati intercettati, e i penalisti chiedono al capo della Procura che prenda provvedimenti contro la polizia giudiziaria in caso di errore. In un’affollata aula al primo piano del Palagiustizia di via Dioguardi, gli iscritti alla Camera penale di Bari hanno incontrato il procuratore Roberto Rossi per sottoporre il problema, scoppiato con la pubblicazione su L’Edicola del sud del caso di un avvocato, la cui telefonata con una cliente, è finita negli atti del fascicolo del pm. Una circostanza che viola la norma che tutela il diritto alla difesa per il cittadino e inficia il corretto rapporto tra cliente e difensore. Un caso che, stando a quanto emerso anche ieri, non sarebbe l’unico ma al contrario porta alla luce l’esistenza di un fenomeno molto più esteso, in tutta Italia. «Una gravissima lesione – l’ha definita il presidente della Camera penale di Bari, Guglielmo Starace – del diritto di difesa. Bisogna trovare un rimedio perché quello che è successo non accada più».
Le scuse del procuratore Rossi agli avvocati, per quanto accaduto, rinviano poi ad una discussione più ampia e dettagliata al tempo stesso. Gli interventi degli avvocati Gaetano Sassanelli, Egidio Sarno, Filiberto Palumbo, Salvatore Tartaro, Carlo Russo Frattasi, Nino Castellaneta, hanno fatto fronte unico sulla necessità di intervenire, con sanzioni se occorre, sul modus operandi delle forze dell’ordine, a volte disattente nel mancato rispetto della norma che vieta di registrare e, ancor più di trascrivere, le conversazioni tra cliente e difensore. «Dobbiamo eliminare l’idea – è andato alla radice l’avvocato Castellaneta – che siano legittimati a intercettarci, non siamo più nell’epoca di Tangentopoli. Siamo spesso vittime di una cultura sbagliata su come si conducono le indagini. La Procura, il procuratore Rossi, deve dare un segnale forte, di discontinuità».
La violazione che diventa regola, secondo l’avvocato Tartaro, e si trasforma in un vero e proprio «andazzo atavico – Succede anche nei colloqui in carcere, in tutte le carceri. Servono provvedimenti nei confronti di chi sbaglia». Per l’avvocato Sassanelli, «si devono mettere i paletti alla polizia giudiziaria, che genera il problema. E mi aspetto – ha chiosato – un intervento serio da parte della Procura nei confronti della pg. Bisogna dar loro regole rigide, non vogliamo la testa di nessuno, ma le conversazioni tra difensore e assistito non possono essere oggetto di investigazione».
E allora il procuratore Rossi, che già nelle scorse settimane, a seguito dell’articolo de L’Edicola del Sud, aveva inviato ai pm e alle forze dell’ordine una circolare per invitarli a prestare la massima attenzione, ha assicurato il suo impegno per individuare un percorso sanzionatorio nei confronti di chi sbaglia, e ha dato un appuntamento ai penalisti, tra un mese all’incirca, per fare il punto sulla situazione.