Pur restando una delle mete più ambite delle vacanze, tengono anche banco, inesorabili a Gallipoli, le criticità sinora irrisolte che puntualmente si ripetono ogni anno: anzi diventano esse stesse il principale “atto d’accusa” che offusca l’immagine di una città turistica per antonomasia, sia per bellezze naturalistiche, che per l’invidiabile centro storico che, se meglio curato, rappresenterebbe un unicum per l’intero territorio salentino. Sono in tanti a pensarla così e a interrogarsi sul futuro della Perla dello Jonio, che qualcuno invece vorrebbe etichettare come l’Ibiza italiana per via della preponderante presenza giovanile maleducata e chiassosa, che invade senza regole la città, arrecando di conseguenza alla stessa più danno che utile.
Non sono mancate nell’estate che stiamo per lasciarci alle spalle le risse tra giovanissimi, specie a Baia Verde, con bottigliate e video al seguito, e anche in questo caso immortalate in video sui social, le due turiste che passeggiavano di buon mattino completamente nude nel centro storico.
Sono numerosi – come detto – i disservizi lamentati, in una cittadina che passa dai poco meno 20mila residenti ai 200mila vacanzieri di agosto, costituiti negli ultimi anni da giovani e giovanissimi a cui si aggiungono poi gl’immancabili contravventori seriali, rappresentati (anche questo va detto) dai diversi operatori commerciali che non rispettano le regole: «forse perché sicuri della loro impunità», sono convinti di ciò diversi lettori de L’Edicola del Sud, tra cui Claudio D’Andrea. E accade così che una delle città più ammirate quanto a bellezza paesaggistica, diviene altrettanto famosa per gli scarsi controlli in materia di ordine pubblico e sull’inosservanza delle diverse ordinanze sindacali (invece puntualmente emesse) che limitano le immissioni sonore nelle ore notturne, i parcheggi abusivi e non solo nel centro storico, il conferimento dei rifiuti a tutte le ore del giorno, le case pollaio affittate in nero, che se non rispettate richiamano alla mente le grida manzoniane.
Di recente anche l’associazione “Abitanti e amici del centro storico di Gallipoli” presieduta da Roberto Piro (che dopo insistenti richieste aveva ottenuto l’istituzione di un osservatorio permanente per le problematiche del centro storico), visti gl’insuccessi dei loro incontri, ha scritto una dettagliata denuncia alla neoprefetta Maria Rosa Trio. Preceduta anche questa da un’analisi puntuale, e documentata con foto che ne confermano l’assunto, è lungo il “cahier des doléances” del lettore Claudio D’Andrea, che scrive all’Edicola del Sud: «L’illegalità e l’inciviltà nella stagione estiva a Gallipoli sono un dato di fatto, sono dei fenomeni negativi assolutamente radicati. Ogni anno si assiste ad ogni forma di degrado morale che si traduce in atteggiamenti licenziosi e criminosi con tutte le ripercussioni a danno di quei pochi cittadini onesti. Sono anni ormai che vengono denunciate le medesime questioni in primis attraverso l’opinione pubblica e poi con i vari interventi istituzionali (Forze dell’Ordine, Questura, Prefettura).
Radicalmente però non cambia nulla se non piccole soluzioni alle numerose problematiche della città. Le procedure applicate, per cercare di risolvere gli annosi problemi gallipolini (e di seguito alcuni esempi, tra cui in aggiunta a quelli già elencati, la scarsa manutenzione del verde pubblico, la circolazione e il deposito di biciclette nel più assoluto disprezzo delle norme sulla circolazione stradale, i giovani che di sovente passeggiano indisturbati in città a dorso nudo), non sono totalmente efficaci dato che le complicazioni sociali continuano ad esserci e addirittura ad intensificarsi. Per il miglioramento, oserei dire definitivo, di tutte le complessità evidenziate da moltissimi anni, si devono necessariamente prendere altre strade visto che i provvedimenti assunti finora non hanno portato a grandi risultati», è il suo auspicio: ma un cambio di rotta si sta cominciando a chiederlo anche da più parti.