Casa di riposo degli orrori: il Comune di Manfredonia sarà parte civile

Emergono particolari agghiaccianti nella Rsa Stella Maris di Manfredonia, dove è stato svelato un sistema – portato avanti da 4 operatori sanitari, all’insaputa dei vertici aziendali – di maltrattamenti e violenze ai danni degli anziani ospiti della struttura a pochi passi dal mare di Siponto. Un sistema che gli inquirenti stanno cercando di capire da quanto tempo andava avanti, perché il sospetto è che la denuncia del 30 maggio scorso, arrivata al commissariato di Manfredonia, sia stata fatta per la escalation di maltrattamenti ai danni degli anziani, a cui qualcuno aveva deciso di mettere fine.

Al di là del fatto giudiziario, gli episodi documentati attraverso audio e video, sono di una gravità e brutalità efferata, portata avanti ai danni di persone che nella maggior parte dei casi non poteva difendersi. Una macchia che non riguarda solo la casa si riposo sipontina, ma chiama a una presa di coscienza da parte di tutta la comunità, tanto che il sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, ha avuto parole dure di condanna e in segno di rispetto ha fatto spegnere per due giorni le luminarie e la filodiffusione di corso Manfredi in occasione dei festeggiamenti del Carnevale estivo. «È il momento del rispetto e della riflessione, di tutta la cittadinanza che condivide la sofferenza di chi ha subito quelle orribili violenze e il dolore dei loro cari». Ma il primo cittadino non si è fermato, ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile.

Continua a far discutere la RSA Stella Maris di Manfredonia, gestita dalla Cooperativa Santa Chiara, diventata per alcuni ospiti un vero e proprio lager, dove subivano percosse, insulti, minacce, abusi sessuali perpetrati reiteratamente da 4 operatori sociosanitari nei confronti di 14 ospiti, maltrattamenti emersi da un’indagine partita dal commissariato di Manfredonia dopo la segnalazione del 30 maggio scorso da parte di un operatore sanitario in servizio presso il centro che in un primo momento non aveva formalizzato la denuncia per paura di ritorsioni.

Dall’ordinanza di applicazione delle misure cautelari del Tribunale di Foggia emergono particolari terrificanti: i quattro operatori sanitari, singolarmente o in concorso tra di loro, rivolgevano con frequenza quotidiana alle persone offese frasi ingiuriose e minacciose, inoltre li schiaffeggiavano con gratuita crudeltà sul volto e sul corpo, li colpivano con oggetti vari come il soffione della doccia, cinture di contenzione, provocando diverse lesioni, li sottoponevano a manovre contenitive e manipolatorie brusche e irruente. Ma le “attenzioni” non si fermavano ai maltrattamenti. Uno degli operatori sanitari ha abusato sessualmente di un anziano 77enne, invalido civile, totalmente inerme e incapace di reagire, masturbandolo e accennando pure a un rapporto orale. Anche un’anziana 82enne, portatrice di disabilità, era finita nel mirino del mostro, subendo palpeggiamenti agli organi sessuali con gesti irruenti, accompagnati da espressioni verbali colorite.

Intanto, le figlie di un ospite della struttura che non configura tra le vittime dei maltrattamenti – ma paurosamente dimagrito di quasi 30 chili – hanno affidato ai social una lettera di considerazioni sui fatti accaduti assalita da atroci dubbi sul dimagrimento repentino del padre.

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