Carlantino, l’appello del sindaco: «Il Codice rosso costa troppo. Così chiudiamo»

Il Comune di Carlantino rischia di «chiudere per assoluta mancanza di fondi». È quanto denuncia il sindaco Graziano Coscia in riferimento alle spese che l’ente deve sostenere per il sostegno a una donna vittima di violenza e nei cui confronti è stato attivato il cosiddetto Codice rosso.

Più di un anno fa, la donna con i suoi quattro figli è stata condotta presso una casa rifugio di Cerignola, a seguito della denuncia fatta dalla stessa cittadina contro le minacce telefoniche ricevute dal coniuge. Quella denuncia ha attivato procedure e azioni previste dal Codice rosso.

«Il coniuge si trovava in Sud America e, pertanto, non era nelle condizioni di arrecare danno alla propria famiglia e nonostante una proposta di percorso alternativo, attuabile tramite un contributo per affittare una casa e con prospettive lavorative, le Autorità preposte hanno comunque pensato di applicare rigidamente quella che è l’attuale norma del Codice rosso», spiega il sindaco ricordando che il problema è che il «costo dell’alloggio presso la casa rifugio è a totale carico del Comune di Carlantino».

Stando a quanto reso noto dal Comune, il costo è pari 375 euro al giorno, 11.250 euro al mese.

A oggi, l’ente è debitore di quasi 200mila euro nei confronti della casa rifugio in cui si trova la famiglia di Carlantino, tra l’altro residente in paese da pochi mesi.

«Una cifra enorme e spropositata per un Comune che si trova in una situazione finanziaria alquanto precaria, oltre a essere entrato in un piano di riequilibrio finanziario stabilito dalla Corte dei conti», prosegue il sindaco. «Lo stesso Piano sociale di zona di Lucera – aggiunge – non garantisce la copertura di tutte le spese», mentre la Regione Puglia, a cui il sindaco ha chiesto più volte aiuto, «si è completamente disinteressata del caso».

Coscia sottolinea che «la mia premura e il mio primo interesse è quello di proteggere i cittadini del mio paese» evidenziando che «non siamo assolutamente contro la legge del Codice rosso che, in maniera efficace, può aiutare le donne soggette a minacce. Ma non è possibile legiferare in tal senso senza prevedere un fondo dal quale gli enti comunali possano attingere risorse per far fronte a tali situazioni di emergenza. Non solo, i nostri servizi sociali non stati assolutamente coinvolti in questa evenienza», sottolinea il primo cittadino. «Il rischio è quello di essere costretti a tagliare i pochi servizi che l’ente è ancora in grado di offrire ai cittadini come la mensa, il trasporto scolastico o la pubblica illuminazione», conclude.

Coscia rivolge il suo appello alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; alla ministra per la Famiglia, natalità e pari opportunità, Maria Roccella; al ministro della Giustizia, Carlo Nordio; al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al prefetto di Foggia, Maurizio Valiante.

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