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Carlantino è senza medico di base. I cittadini scrivono al ministro: «Negato un diritto fondamentale»

Più di 650 persone sugli 800 abitanti circa di Carlantino, sono senza un medico di famiglia e hanno così deciso di avviare una petizione popolare indirizzata al ministero della Salute, alla Regione Puglia e al direttore generale della Asl di Foggia per chiedere la «nomina urgente del medico di base». La petizione ha raccolto 406…

Più di 650 persone sugli 800 abitanti circa di Carlantino, sono senza un medico di famiglia e hanno così deciso di avviare una petizione popolare indirizzata al ministero della Salute, alla Regione Puglia e al direttore generale della Asl di Foggia per chiedere la «nomina urgente del medico di base».

La petizione ha raccolto 406 firme. I cittadini di Carlantino chiedono, riferisce Vincenzo Guerrera, promotore dell’iniziativa, «l’immediata nomina di un medico di medicina generale, facendo ricorso anche alla strada del precetto nei confronti dei medici presenti all’interno del servizio sanitario oppure facendo ricorso in extremis ai medici militari».

Stando a quanto sostenuto dai firmatari, a Carlantino sono senza medico 657 persone (i restanti usufruiscono già da anni del servizio medico offerto in altri comuni limitrofi). E dal 27 luglio la situazione «si è fatta sempre più complessa».

Da settimane, infatti, è possibile rivolgersi soltanto alla guardia medica, che però non può soddisfare tutte le richieste, poiché per le analisi e certi tipi di farmaci è necessario che si esprima il medico di base.

Questa problematica «crea un aumento della tensione sociale perché si va a sommare alle ulteriori criticità che attanagliano le piccole comunità delle aree interne dei Monti Dauni, distanti dai centri ospedalieri e caratterizzate da infrastrutture stradali non ottimali», spiegano i promotori della petizione.

I residenti fanno anche appello all’articolo 32 della Costituzione il quale afferma, sottolineano, «che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Tale fondamentale diritto viene meno se, il medico di famiglia, quale primo presidio della sanità al cittadino, non è più presente capillarmente sul territorio».

Una prima soluzione prospettata, che i cittadini respingono al mittente, è quella di attivare un servizio taxi sanitario per sopperire alle esigenze di tutti coloro che non possono muoversi con mezzi propri. Una soluzione che, secondo i cittadini, «assolutamente non è in grado di soddisfare le numerose richieste di assistenza».

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