Tra i temi che gli europarlamentari del Movimento 5Stelle stanno elaborando per poi portarli all’attenzione della governance dell’Unione europea ci sono alcune norme per aumentare i livelli di sicurezza e soprattutto «la collaborazione tra le polizie dei 27 Stati che compongono l’Unione». Secondo l’eurodeputato pugliese, Mario Furore, che ha partecipato nei giorni scorsi al Topical debate proprio sui temi della criminalità e di contrasto alle mafie nel corso della seduta plenaria all’Eurocamera di Strasburgo, «è tempo di estendere il regime carcerario del 41 bis a livello europeo», ovvero quelle particolari norme che fin dal 1986, con la cosiddetta Legge Gozzini, hanno imposto delle condizioni dure e restrittive verso i responsabili di alcuni tipi di reato, in particolare quelli legati al fenomeno della mafia e della criminalità organizzata, e che ha suscitato sempre un aspro dibattito in Italia con alcuni esponenti politici che negli anni hanno provato a riformare la legge introducendo delle limitazioni. Tuttavia, proprio l’efferatezza di molte bande criminali ha fatto sì che il regime del 41 bis rimanesse invariato.
Le novità
Non è, però, l’unica novità su cui stiamo lavorando, aggiunge l’esponente pentastellato, «c’è bisogno di un maggiore raccordo anche a livello di indagini perché quando le attività degli investigatori travalicano i confini nazionali incontrano delle difficoltà». Ecco perché serve «la collaborazione sia tra le forze di polizia degli Stati membri, ma anche tra le Procure». Mentre non sembra voler decollare, almeno in questa fase del dibattito, la costituzione di una forza di Polizia europea che possa operare senza nessun tipo di restrizione in tutte le Nazioni che compongono l’Unione.
Il dibattito all’Eurocamera ha visto anche aperta la discussione su «l’istituzione di una speciale commissione, denominata Crim, che possa studiare i fenomeni criminali a livello europeo e contrastare le attività criminali con misure efficaci».
Il caporalato
Inoltre, nell’elaborazione politica sui temi della sicurezza è stato toccato quello relativo al caporalato, in particolare in agricoltura, un tema che riguarda da vicino la Puglia, visto che non sono rari i casi di sfruttamento della manodopera, soprattutto nei confronti di quelle persone che giungono in estate per i raccolti stagionali e che spesso si trovano a vivere in condizioni disumane, oltre a dover far di conto con la clandestinità. «Abbiamo incontrato a Strasburgo i dirigenti nazionali della Cgil – spiega Furore – con i quali abbiamo discusso su quali possano essere le misure più efficaci per combattere, partendo dal contrasto alla tratta degli essere umani, questa piaga che investe anche le nostre realtà del Mezzogiorno d’Italia e contro cui dobbiamo anche utilizzare al meglio i fondi europei che diventano uno strumento importantissimo di contrasto alla criminalità e a quei fenomeni di illegalità presenti all’interno dei confini dell’Unione europea».