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Carcere, in Italia oltre 61mila detenuti. Antigone: «In Puglia le strutture più affollate»

È la Puglia la regione italiana in cui si registra il tasso di affollamento più alto delle carceri: il dato, come rileva l'associazione Antigone, è del 152,1% con il tacco d'Italia che precede Lombardia (143,9%) e Veneto (134,4%). A livello nazionale il tasso di sovraffollamento delle carceri raggiunge il 119,3%. Al 31 marzo 2024 erano…

È la Puglia la regione italiana in cui si registra il tasso di affollamento più alto delle carceri: il dato, come rileva l’associazione Antigone, è del 152,1% con il tacco d’Italia che precede Lombardia (143,9%) e Veneto (134,4%). A livello nazionale il tasso di sovraffollamento delle carceri raggiunge il 119,3%.

Al 31 marzo 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti.

I calcoli sul tasso di affollamento, spiega Antigone nel suo dossier sull’emergenza carceri, sono fatti utilizzando la capienza ufficiale del nostro sistema penitenziario.

Il dato disponibile più recente, ricavato dalle schede trasparenza del Ministero della giustizia, e aggiornato al 6 giugno 2023, ci dice però che in quel momento c’erano 3.640 posti non disponibili. Si tratta di un numero che cambia nel tempo, ma a leggere la Relazione del Ministero sull’amministrazione della giustizia relativa all’anno 2023, si scopre che il numero di posti non disponibili dovrebbe tendere nella migliore delle ipotesi verso una “soglia fisiologica del 5% di posti indisponibili”. Almeno 2.500 posti detentivi in meno in ciascun momento sono dunque inevitabili.

«Considerando i reparti provvisoriamente chiusi il tasso di affollamento medio nazionale sale al 125,6%, in Puglia al 160,1%, in Lombardia al 151,4% e in Veneto al 141,5%», si legge nel dossier di Antigone. Continua dunque la crescita delle presenze, e nell’ultimo anno in maniera ancora più decisa.

«Dalla fine del 2019 alla fine del 2020, a causa delle misure deflattive adottate durante la pandemia, le presenze in carcere erano calate di 7.405 unità. Ma sono subito tornate a crescere. Prima lentamente, con un aumento delle presenze di 770 unità nel 2021, a cui però è poi seguita una crescita di 2.062 nel 2022 e addirittura di 3.970 nel 2023. Nell’ultimo anno dunque la crescita delle presenze è stata in media di 331 unità al mese, un tasso di crescita allarmante, che se dovesse venire confermato anche nel 2024 ci porterebbe oltre le 65.000 presenze entro la fine dell’anno», sottolinea il dossier. «Le cause della crescita sono così riassumibili: maggiore lunghezza delle pene comminate, minore predisposizione dei magistrati di sorveglianza a concedere misure alternative alla detenzione o liberazione anticipata, introduzione nuove norme penali e pratiche di Polizia che portano a un aumento degli ingressi».

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