Carcere di Trani, drone perde il controllo e precipita al suolo: sequestrati telefonini e droga. Sappe: «Perché lo Stato non interviene?»

È accaduto qualche settimana fa, ed è successo nella serata di ieri: un drone carico di telefonini e droga in arrivo al carcere di Trani è stato recuperato dalla polizia penitenziaria. Il sindacato autonomo polizia penitenziaria, da mesi se non anni, denuncia come la delinquenza abbia raggiunto livelli di utilizzo di tecnologia incredibili investendo tanti soldi, mentre lo Stato dorme lasciando i poliziotti senza nessun arma per contrastare in maniera efficace questo traffico illecito.

«Un poliziotto – spiega il sindacato – ha sentito un rumore strano provenire dal cielo e dopo aver avvertito il responsabile, insieme si sono spostati immediatamente sul muro di cinta, per i dovuti controlli. Nel frattempo un auto percorreva l’area adiacente il muro di cinta per verificare se ci fosse qualcuno nei dintorni. Tutto questo movimento del personale di polizia penitenziaria avrà intimorito sia chi pilotava il drone sia chi dall’interno delle celle gli dava indicazioni, per cui l’apparecchio ha perso il controllo cadendo al suolo».

«Tra non molto la mafia, la ndrangheta e la camorra – continua – stipuleranno con amazon la convenzione per il servizio di recapito con droni del materiale proibito all’interno delle carceri italiani (telefonini, droga, armi). Ciò in quanto il colosso americano garantisce le spedizioni ed i pacchi non consegnati, cosa che oggi ogni tanto non avviene grazie al sacrificio, alla bravura, ed alla professionalità dei poliziotti penitenziari che senza nessun mezzo, riescono ad intercettare qualche drone in arrivo e quindi scompaginare i piani dei delinquenti».

Diverse le domande del il sindacato

Come mai lo Stato non interviene nonostante sia noto da anni l’utilizzo di telefonini e droni da parte della delinquenza che continua a fare affari e commissionare omicidi dall’interno delle proprie celle, nonché far arrivare materiale proibito?

È così difficile dotare di apparecchiature nemmeno tanto costose (Jammer per esempio) per bloccare questo immondo traffico che ha trasformato le carceri in succursali delle società telefoniche, oppure in piazze di spaccio?

A quale politica giova che i delinquenti in carcere possano fare i propri comodi, senza nessun problema?

«Non dimentichiamo – afferma – che proprio una certa politica che poi grida all’emergenza, ha regalato le carceri ai detenuti, riducendo volutamente la polizia penitenziaria, tanto che sui muri di cinta non c’è più nessuno, con gli impianti antievasione ed antiintrusione che funzionano male oppure per niente. Come pure hanno ridotto il personale per cui nelle sezioni detentive (come a Trani) per cui è nettamente insufficiente consentendo ai detenuti, soprattutto più violenti di fare quello che vogliono. Nonostante queste gravi problematiche, si parla solo di concedere misure premiali anche a detenuti che non lo meritano».

«Proprio per questo – conclude – ci auguriamo che la convenzione tra amazon e criminalità organizzata non vada in porto, altrimenti la polizia penitenziaria non potrà più intercettare droni o pacchi, considerata la grande efficienza del servizio di consegna del colosso americano, per cui le immagini dei poliziotti che intercettano un drone  (come quello di ieri sera) non si vedranno più, per questo ringraziamo questi lavoratori che in silenzio ma con grande sagacia e professionalità riescono a fare le nozze con i fichi secchi, mentre l’amministrazione penitenziaria assiste impassibile ed inerte».

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