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Bari, rivolta in carcere. Sappe: «L’emergenza è la violenza non solo il sovraffollamento. Lo Stato? Sconfitto» – VIDEO

Il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (SAPPE), Federico Pilagatti, in riferimento agli ultimi episodi violenti di cronaca accaduti ieri sera nel carcere a Bari

«Se invece di essere un poliziotto penitenziario seduto su una sedia con il volto pieno di sangue e varie escoriazioni sul corpo, fosse stato un detenuto a quest’ora sarebbe intervenuto il presidente della Repubblica, del Consiglio, tutta la politica, eppoi le associazioni, i garanti, e per finire la magistratura con gli avvisi di garanzia». Così in una nota il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (SAPPE), Federico Pilagatti, in riferimento agli ultimi episodi di cronaca accaduti ieri sera in carcere a Bari.

La sconfitta dello Stato

«Invece la rivolta di Bari si è conclusa ancora una volta con la sconfitta dello Stato che permette ai detenuti violenti che si macchiano di reati gravi di fare quello che vogliono, garantendogli praticamente l’impunità e violando con ciò le leggi che valgono solo per i normali cittadini».

La rivolta annunciata

«Era una rivolta annunciata a Bari poiché gli esecutori sono detenuti violenti seriali che stanno facendo il tour delle carceri pugliesi abbattendo i poliziotti uno per uno, a cui invece di applicare le misure previste dalla legge, vengono ospitati nelle normali sezioni detentive in attesa di punizioni che chissà se mai arriveranno».

«Comunque nella serata di ieri sera i 4 partecipanti alla rivolta sono stati trasferiti a Lecce, Trani, Taranto, Foggia e sicuramente ne sentiremo parlare ancora per aggressioni a poliziotti. Peraltro il Capo di questa ribellione è un certo signor Osamede che negli ultimi 50 giorni di detenzione a Bari ha mandato all’ospedale ben 3 poliziotti, però come denunciato dal SAPPE nei giorni scorsi non dovrebbe nemmeno stare nel carcere poiché è disturbato mentale in attesa di un posto nelle Rems, per cui nessun provvedimento disciplinare, anzi lo staff multidisciplinare del carcere dopo l’ultima aggressione di qualche giorno fa ad un poliziotto, ha proposto per lo stesso l’ergoterapia che è una “disciplina riabilitativa che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione, ovvero l’utilizzo delle attività quotidiane, manuali e ludiche” premiandolo, tanto è vero che il detenuto riconoscente per ciò li ha ringraziati con la sommossa”».

«Il SAPPE quindi ritiene che i colpevoli per quanto accaduto ieri sera nel carcere di Bari siano i responsabili regionali della salute che non hanno provveduto a trasferire OSAMEDE in una REMS violando così una norma di Legge, e l’amministrazione penitenziaria che invece di applicare gli articoli 14 bis ord. Pen.(carcere più duro) e 32(trasferimento in sezioni particolari) li lasciano andare in giro per le carceri pugliesi con licenza di uccidere.

I fatti

«Ritornando ai fatti accaduti nella serata di ieri, ci è stato riferito che alla seconda sezione che si compone di tre piani ed un piano terra, erano presenti circa 135 detenuti mentre i poliziotti in servizio erano due. Il tutto è partito dalle 19.30 circa quando i detenuti in questione, visibilmente alterati, si rifiutavano di rientrare nella loro stanza, aggredendo e picchiando selvaggiamente il poliziotto che li invitava a rientrare».

«Subito dopo prendevano con se l’infermiera che si trovava nel piano per la distribuzione della terapia ai detenuti, un sequestro durato pochi minuti poiché si faceva subito avanti un sovrintendente della polizia penitenziaria che si offriva come ostaggio, chiedendo che l’infermiera fosse rilasciata. Una volta ottenuto lo scambio iniziava un lungo negoziato con i vertici del Carcere, mentre venivano richiamati in carcere i poliziotti dalle loro abitazioni e si attivava la procedura per cui partivano da altre carceri della regione altri agenti per fornire supporto ai colleghi di Bari. Infatti ci è stato riferito che a fronte di circa 400 detenuti presenti nel carcere di Bari fossero in servizio non più di una dozzina di poliziotti(14), che si erano anche ridimensionati a causa di un trasporto urgente di un detenuto in ospedale».

«Verso le 22.30 circa la trattativa si concludeva in maniera pacifica e si dichiarava conclusa l’emergenza. Subito dopo i detenuti in questione venivano trasferiti in altre carceri pugliesi ove, se non ci saranno provvedimenti urgenti del DAP, continueranno a creare disordini ed aggredire i poliziotti».

«Il Carcere di Bari così come le carceri pugliesi soffre di un sovraffollamento tra i più alti della nazione, con una capienza regolamentare di circa 260 posti mentre ospita oltre 400 detenuti.

Di contro l’organico della polizia penitenziaria che dovrebbe essere di circa 320 non supera le 230 unità

«Lo stiamo dicendo da mesi, oltre al sovraffollamento che potrebbe essere meglio gestito se i detenuti venissero equamente divisi tra tutte le regioni , il problema della violenza non può essere relegato a semplice fatto di cronaca in cui i poliziotti vengono aggrediti e mandati all’ospedale, poiché delegittimano ll ruolo dello Stato che oltre a garantire il rispetto delle leggi in carcere, deve tutelare anche i detenuti più deboli che sono spesso sopraffatti e soggiogati. Le leggi ci sono bisogna farle rispettare, solo così si diventa credibili e si riacquista la fiducia nelle istituzioni».

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