Si trovavano nelle province di Foggia, Bari e nella Bat, i depositi clandestini a cui era destinato il gasolio importato clandestinamente in Italia da un sito di stoccaggio localizzato a Forst, una cittadina tedesca al confine con la Polonia.
La frode è stata scoperta dai militari della Guardia di finanza di Trento, coordinati dalla locale Procura della Repubblica. I finanzieri trentini hanno ricostruito un ingente e consolidato traffico internazionale di gasolio, gestito da persone residenti in Lettonia, Lituania, Germania e Italia, finalizzato a introdurre e commercializzare nel territorio italiano prodotto energetico evadendo le accise.
Sono 204 gli episodi di illecita importazione ricostruiti dalle Fiamme gialle per oltre 5 milioni di litri di prodotto petrolifero illecitamente introdotto sul territorio nazionale nel periodo 2021-2022.
Secondo le indagini della Finanza, al vertice dell’associazione per delinquere, composta da 5 indagati, è risultato un cittadino lituano residente in Germania, il quale, aiutato da un soggetto di nazionalità lettone, gestore di una ditta di autotrasporto, riforniva il prodotto energetico a tre sodali che, in provincia di Foggia, rivestivano il ruolo di grossisti.
Il gasolio veniva trasportato all’interno di “cubotti” di plastica, a loro volta caricati su automezzi pesanti di nazionalità lettone o lituana, i quali, percorrendo la rete autostradale europea, giungevano in Italia attraverso il Brennero.
Depositi clandestini sono stati scoperti nelle provincie di Foggia, Bari e Barletta-Andria-Trani. A Cerignola il gasolio veniva travasato dentro autocisterne per la successiva consegna ad imprese edili, aziende di trasporto e depositi commerciali. Per eludere eventuali controlli veniva emessa documentazione fiscale artefatta da due società con sede in provincia di Napoli e Foggia.
L’operazione – condotta dai finanzieri trentini con il supporto dei colleghi del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, di numerosi Reparti territoriali del Corpo sul territorio nazionale e dell’organo di cooperazione giudiziario europeo Eurojust e l’ausilio di funzionari dell’Agenzia Europol – ha portato all’applicazione di misure cautelari personali dell’obbligo di dimora nei confronti di 6 soggetti ed il sequestro di beni per 3,2 milioni di euro a carico di 41 indagati.