Una società bolognese operante nel settore del commercio dei carburanti, formalmente gestita da una persona priva di competenze nel settore dei prodotti petroliferi e apparentemente domiciliata presso la sede di un business center, avrebbe sistematicamente sfruttato la licenza di esercizio di un distributore situato nella provincia di Barletta-Andria-Trani, per acquistare 15 milioni di litri di gasolio, per un valore di 8 milioni di euro, da destinare “cartolarmente” a uso motopesca, comparto per il quale vige un regime fiscale di esenzione da imposte, evadendo, in circa tre anni, oltre 9 milioni di euro di accise.
È quanto hanno scoperto, in un indagine partita nell’ottobre del 2019, i finanzieri del comando provinciale di Bologna che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per 8 milioni di euro circa, emesso dal gip del locale Tribunale, a carico della società e del suo legale rappresentante.
L’importo del provvedimento è stato parametrato all’ammontare complessivo delle accise evase dalla società nell’ambito dell’articolata frode architettata da un sodalizio criminoso con la complicità di diverse imprese con sede su tutto il territorio nazionale.
Sono in tutto 112 le persone denunciate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati in materia di accise e tributari, nonché di riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti.
Da quanto emerso dalle indagini, il carburante acquistato anziché raggiungere l’impianto di distribuzione pugliese per il rifornimento dei pescherecci (di fatto inattivo), veniva ceduto in contrabbando, a prezzi decisamente più appetibili rispetto a quelli di mercato (1 euro in meno circa al litro, rispetto al valore dei prezzi praticati negli ultimi 3 anni e mezzo), a diversi soggetti, accusati ora di ricettazione per averlo impiegato per usi diversi da quelli beneficiari dell’esenzione fiscale.