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Capurso, 29enne ucciso a coltellate dopo un inseguimento: Piero Canonico condannato a 18 anni

Diciotto anni di reclusione per aver accoltellato, uccidendolo al termine di una rissa, il 29enne Vito Caputo. Il 16 marzo 2023, Piero Canonico, 27 anni, al termine di un inseguimento iniziato a Cellamare e conclusosi in un cortile di Capurso, scese dall’auto con suo padre Renato e si avventò contro gli occupanti della vettura che…

Diciotto anni di reclusione per aver accoltellato, uccidendolo al termine di una rissa, il 29enne Vito Caputo. Il 16 marzo 2023, Piero Canonico, 27 anni, al termine di un inseguimento iniziato a Cellamare e conclusosi in un cortile di Capurso, scese dall’auto con suo padre Renato e si avventò contro gli occupanti della vettura che aveva cercato di speronarli, Caputo e Fabio Domenico Chiarelli.

Tra quest’ultimo e l’aggressore non correva da tempo buon sangue, in un contesto di violenza, gelosia e vendette incrociate, nel quale erano coinvolti i due e le rispettive compagne, le cui relazioni sentimentali si erano incrociate.

Nell’udienza di ieri, dinanzi al giudice monocratico Ilaria Casu, è arrivata la sentenza emessa al termine di un processo con il rito abbreviato: 18 anni per l’omicidio di Caputo e il tentato omicidio di Chiarelli, anche lui raggiunto dai fendenti.

Quest’ultimo, invece, assistito dall’avvocato Fabio Schino, ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, così come richiesto dall’accusa. Chiarelli, amico della vittima, risponde di violenza privata aggravata e violazione della sorveglianza speciale. Entrambi gli imputati sono stati condannati a risarcire le parti civili, mogli e figli dei due.

A processo con rito ordinario per rissa c’è invece il padre di Canonico, il 61enne Renato. Le indagini condotte dai carabinieri accertarono che l’omicidio era maturato al termine di offese e minacce reciproche, alimentate dalle recriminazioni provenienti dalle rispettive compagne, che avevano stretto relazione prima con uno e poi con l’altro. Il pomeriggio del 16 marzo Chiarelli, che aveva chiesto a Caputo di accompagnarlo, aveva deciso di raggiungere nel comune di Cellamare Canonico “per un chiarimento”.

Al termine di un primo confronto i due dettero vita a un inseguimento automobilistico (a bordo di un’auto Chiarelli e Caputo, a bordo dell’altra Canonico e suo padre) conclusosi, secondo le indagini, dopo svariate manovre pericolose e speronamenti in un cortile chiuso di via Casamassima, a Capurso. A quel punto, al culmine di una rissa, Canonico avrebbe accoltellato Caputo con dodici fendenti, uccidendolo, e avrebbe ferito gravemente Chiarelli con nove coltellate.

Nella precedente udienza, il difensore di Canonico, l’avvocato Massimo Chiusolo, ha depositato alcune sentenze, una della Corte di Cassazione e una di primo grado a carico di Chiarelli, per dimostrarne la condotta violenta e aggressiva.

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