Operatori del 118 sono stati aggrediti, a Foggia, durante un intervento di soccorso. È accaduto ieri mattina.
A quanto si apprende i sanitari sono stati allertati dalla centrale per un intervento e quando sono giunti sul posto sono stati aggrediti da un uomo che li ha minacciati e ha sferrato calci e pugni contro l’ambulanza, accusando il personale di essere arrivato tardi.
I sanitari sono risaliti a bordo dell’ambulanza e hanno contattato le forze dell’ordine.
Sul luogo dell’intervento è stato inviato un nuovo mezzo di soccorso e gli operatori – a quanto si è appreso – sono riusciti a riportare la calma e a condurre in ospedale la persona che necessitava di cure.
«Non siamo tutelati, chiediamo maggiori garanzie», dicono gli operatori del 118. Le indagini sono affidate alla polizia che sta ricostruendo l’esatta dinamica dell’accaduto.
«Sono stati momenti terribili, non è bello lavorare in questo clima», racconta Luigi, 39 anni, autista dell’ambulanza del 118, contro la quale ieri si è scatenata la violenta aggressione durante un intervento. Quindici anni di esperienza alle spalle, Luigi ha ricostruito le fasi dell’aggressione. «Siamo stati allertati dalla centrale operativa per un codice rosso – ha spiegato – e in pochi minuti siamo giunti sul posto. Già mentre arrivavo alla guida dell’ambulanza, insieme al soccorritore e all’infermiere, ho notato l’agitazione di una persona che, appena giunti, non ci ha dato nemmeno la possibilità di scendere dal mezzo perchè ha iniziato ad inveire contro di noi, accusandoci di essere arrivati in ritardo, minacciandoci di morte e dando calci e pugni contro il mezzo. Abbiamo tentato di riportarlo alla ragione spiegando anche che dovevamo soccorrere la persona per cui eravamo stati chiamati. Ma non ci è stato possibile nemmeno scendere dal mezzo. Quando abbiamo capito che la situazione non sarebbe rientrata siamo andati via, allertando la centrale che ci ha messi in contatto con le forze dell’ordine».
Luigi racconta anche di aver subito un tentativo di speronamento mentre l’ambulanza si allontanava dal luogo dell’intervento da parte – con ogni probabilità – dello stesso autore dell’aggressione. «Pochi minuti ma davvero brutti – ha continuato Luigi -. Non è la prima volta che subisco aggressioni, così come è capitato a tanti colleghi. Continuare a lavorare in un clima simile non giova a nessuno. Né agli utenti, né a noi operatori sanitari che abbiamo paura di non ritornare a casa quando accadono episodi simili. Chiediamo di lavorare in serenità per poter assicurare tutte le garanzie di operatività all’utenza».
Luigi racconta anche che «ci sono soggetti noti già alla centrale perchè autori di situazioni simili. Potrebbe anche essere un’idea quella di inserire i loro nomi in una black list in modo da allertare le forze dell’ordine quando interveniamo. Abbiamo avuto davvero paura», conclude.