Brindisi, tromba d’aria strappa le serre. «Danni agli ortaggi bruciati dal caldo»

Una improvvisa tromba d’aria ha strappato via la coperture delle serre in provincia di Brindisi con danni agli ortaggi, mentre il caldo africano sta bruciando i prodotti in pieno campo. È quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento agli eventi estremi che si abbattono sulla Puglia in questa caldissima estate, con le serre scoperchiate a Pezze di Greco di Fasano, dove sono a dimora ortaggi estivi, come cetrioli, fagiolini e melanzane.

A preoccupare le campagne è anche l’insopportabile ondata di caldo da bollino rosso, dove sta letteralmente “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano la perdita del raccolto che in alcune aziende arrivano al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane. Le scottature da caldo – spiega la Coldiretti Puglia – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili.

«Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile – continua la Coldiretti – si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Il caldo africano di questi giorni – continua la Coldiretti – taglia anche le produzioni di uova, latte e miele, Le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline con un calo del raccolto di miele stimato pari del 70% rispetto allo scorso anno. Con il termometro sopra i 40 gradi ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte scesa di oltre il 15% per le mucche nelle stalle mentre le pecore – sottolinea la Coldiretti regionale – sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti».

«L’ondata di calore africana – conclude la Coldiretti – è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali».

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