Brindisi, muore a 63 anni dopo un intervento: le figlie sporgono denuncia

Ritardi per le cure mediche? Non si sa, ma di certo si intende fare chiarezza sul decesso all’ospedale Perrino di una donna di 63 anni.

La denuncia

Lo pretendono le figlie della vittima, Anna Picoco, assistite dall’avvocato Luca Leoci, che lunedì scorso hanno sporto denuncia presso la caserma dei carabinieri, per accertare eventuali responsabilità in relazione alla dolorosa vicenda.

I fatti

Tutto è cominciato venerdì sera della passata settimana, quando la donna, affetta da patologie pregresse ma in buone condizioni di salute, ha iniziato a sentirsi male, accusando dolori lancinanti. Immediatamente è stato allertato il medico di base che ha diagnosticato un addome acuto. Lo stesso professionista ha chiamato il 118 e la donna è stata, così, condotta presso il pronto soccorso del locale nosocomio attorno alle 20:15. Dopo un paio d’ore, le avrebbero somministrato una tachipirina e, pochi minuti più tardi, la donna sarebbe stata sottoposta a visita medica ed eco addome.

Il ricovero

Vista la gravità della situazione, attorno alle 2 Picoco sarebbe stata dapprima ricoverata nel reparto di Chirurgia e verso le 5 trasportata in sala operatoria, dalla quale sarebbe uscita alle 8 circa. Le figlie, però, domenica mattina avrebbero notato un netto peggioramento delle condizioni della loro madre, fin quando il suo cuore non ha smesso purtroppo di battere definitivamente in serata.

Al netto dell’intero iter sanitario, le figlie hanno sporto denuncia il giorno dopo il decesso del genitore, per accertare eventuali responsabilità, e il loro legale ha chiesto che venga effettuata l’autopsia sul cadavere della donna.

Funerali sospesi

I funerali sono stati sospesi e la salma si trova presso la camera mortuaria dell’ospedale Perrino. Intanto, nel momento del confezionamento di questo articolo, alla direzione sanitaria della Asl di Brindisi non è arrivata alcuna segnalazione in merito alla denuncia. Non è la prima volta che la locale azienda sanitaria ed i propri medici e/o infermieri si trovano coinvolti in simili situazioni. Di certo, questa è un’altra vicenda su cui occorre far luce, per fugare ogni dubbio su eventuali responsabilità e soprattutto per restituire un minimo di serenità ai familiari della vittima affranti dal dolore.

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