Brindisi, 41enne morì dopo aver partorito due gemelli: gli ispettori rilevano una «serie di errori»

È un «quadro preoccupante dal punto di vista organizzativo» quello che emerge dai risultati dell’ispezione regionale eseguita per fare chiarezza sulla morte della 41enne Viviana Delego, insegnante di Pezze di Greco, deceduta all’ospedale “Perrino” di Brindisi il 22 dicembre scorso, cinque giorni dopo aver dato alla luce due gemelli.

Proprio quel «quadro preoccupante dal punto di vista organizzativo», riferiscono gli ispettori, avrebbe «portato a quella che si potrebbe definire la tempesta perfetta a causa del susseguirsi di una serie di errori».

Sul caso indaga anche la Procura brindisina, mentre un’ispezione ministeriale è stata annunciata dal sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato.

Viviana Delego morì nel reparto di Rianimazione del “Perrino” dopo un parto cesareo e una forte emorragia che richiese la trasfusione di 17 sacche di sangue, secondo quanto trapelato da ambienti della sanità brindisina.

La Asl chiuse la vicenda con un comunicato in cui si assicurava che la donna aveva avuto tutta l’assistenza possibile e che, malgrado gli sforzi dei sanitari, non era stato possibile evitarne il decesso, a causa delle gravi condizioni in cui versava, aggravatesi di ora in ora sin dal momento dell’accesso in pronto soccorso avvenuto il 17 dicembre.

A far scattare l’ispezione fu la relazione stilata da Giuseppe Manca, primario della Chirurgia del “Perrino”, chiamato a eseguire l’isterectomia alla paziente dal ginecologo di servizio.

Nel rapporto del chirurgo si legge che il ginecologo aveva chiesto il suo intervento avendo valutato «la situazione estremamente difficoltosa e non essendo in grado di trattarla…».

Viene rilevato, inoltre, che all’arrivo di Viviana Delego nel reparto di Ginecologia, erano assenti contemporaneamente sia il primario (poi sottoposto a procedimento disciplinare), sia la sua vicaria, quest’ultima per malattia.

«Casi come questo li conoscono molto bene i giudici che valutano il danno biologico – si apprende ancora dalla Asl – e nella maggior parte delle volte finiscono sotto la lente di ingrandimento meccanismi organizzativi, mancanza di procedure e di standardizzazione, qualche volta negligenza, carenze degli organici o tecnologiche. Si tratta di elementi che sommati portano a gravi conseguenze. Inoltre, la conformazione dell’ospedale di Brindisi obbliga i pazienti a spostamenti di parecchi piani – rende noto la Asl – e questo è un fatto che, sommato a un errore nella catena decisionale e organizzativa precedente, può diventare fatale. Anche quel minuto in più può essere di vitale importanza».

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