Braccianti pagati 5 euro l’ora e in nero nel Foggiano: arrestati caporale e datore di lavoro

Avrebbero sfruttato nove braccianti di origine africana in alcune aziende agricole del Foggiano, pagandoli cinque euro l’ora, senza prevedere per loro lo straordinario e pause durante le ore lavorative. I lavoratori erano impiegati tutti “in nero” nei campi per la raccolta del pomodoro.

Al termine di un’indagine dei carabinieri, il gip del Tribunale di Foggia ha disposto cinque misure cautelari (una in carcere, una ai domiciliari e tre obblighi di dimora).

Il presunto caporale è stato arrestato e condotto in carcere, ai domiciliari è finito il datore di lavoro. Gli indagati sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Il giudice ha anche disposto il controllo giudiziario di sei aziende agricole riconducibili agli indagati tra Cerignola, Orta Nova e Trinitapoli.

I lavoratori, secondo quanto accertato dai militari, venivano reclutati dal presunto caporale che si occupava del trasporto e del controllo dei lavoratori sui campi, per conto del datore di lavoro, costringendo così «la manodopera alle condizioni di sfruttamento e facendo leva sullo stato di bisogno (dei lavoratori, ndr) derivante dalle condizioni di vita precarie e della circostanza che essi dimoravano in abitazioni fatiscenti». Sul luogo di lavoro, è stato ricostruito dagli investigatori, i lavoratori giungevano con mezzi in uso al caporale, che versavano in pessimo stato di manutenzione, al quale pagavano cinque euro per il trasporto.

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