«In estate, una ragazza di quattordici anni è arrivata al 118 dopo un incidente stradale. Aveva un tasso alcolico nel sangue molto alto e il suo stato mentale precario. Non si reggeva in piedi e non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome. Gli altri tre ragazzi, in macchina con lei, erano altrettanto alterati dall’uso di sostanze alcoliche e la peggio l’ha avuta il conducente in quanto dopo l’impatto contro un albero, l’airbag non si è aperto e il giovane aveva subito diverse emorragie». A raccontare la triste storia che rivela il quadro preciso del fenomeno alcol in voga nella generazione z è la dottoressa Loredana Battista, Dirigente medico con incarico di alta specializzazione del Servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Non solo nel suo ma nei diversi nosocomi di Bari e provincia, il fine settimana, durante le festività e nei periodi estivi la scena si ripete sempre più spesso; i giovani che arrivano in pronto soccorso in stato di semi-incoscienza e bisognosi di cure sono decisamente in aumento. «Rispetto agli anni passati il coma etilico è in crescita – precisa Battista – e i minorenni, ma non solo, che si ubriacano sono molti di più, direi intorno al 30% e il dato più allarmante è che l’età dell’assunzione di alcol si è abbassata. Ragazzini di 13 anni e anche meno provano quello “sballo” che poi costa caro. Prima ancora dell’uso di droghe sotto forma di pillole o cocaina, il dramma del bere ora è in prima linea».
A detta di Loredana Battista, consigliera nel Municipio 2 e incaricata dal sindaco Decaro per le “politiche di contrasto all’emergenza sanitaria trasfusionale e la promozione della donazione come buona prassi”, il costo non proibitivo dell’acquisto di bottiglie di vodka, whisky, superalcolici o semplicemente birra favorisce questo tipo di assunzioni.
L’alcol, dai dati epidemiologici, diventa così la prima dipendenza tra i giovanissimi. «Sul mercato – continua – esistono anche sostanze poco costose ma sono “tagliate” con altre pericolose e velenose, usate addirittura come materiale nell’industria. L’alcol diviene così purtroppo accessibile e si trova ovunque con facilità. Viene troppe volte venduto anche a minorenni».
L’obnubilamento del sensorio, quello stato soporoso in cui si arriva dopo un uso eccessivo di sostanze alcoliche porta ad una difficoltà di orientamento spazio-temporale con tutte le conseguenze che ne derivano. Quest’anno, come evidenzia la chirurga, non ci soni stati decessi causa coma-etilico ma il pericolo è sempre più importante e gli incidenti per “vista sdoppiata” e per alta velocità sono in crescita. «Ovviamente i giovani guidatori non solo in stato di ebrezza e al volante corrono un alto rischio per loro stessi ma causano incidenti o anche investimenti. Quest’estate, al Miulli, abbiamo avuto casi di giovani finiti fuori strada senza nemmeno accorgersene».
Una evidente conferma dell’inserimento smisurato dell’uso di alcolici tra i ragazzi si evince dal bilancio di fine notte in discoteca. «Siamo a conoscenza – conclude la dottoressa – delle emergenze anche in altri pronto soccorsi della provincia; in alcuni giorni d’estate ci sono locali notturni dove, soprattutto le ragazzine, ignare sui propri livelli di tolleranza alcolica, perdono conoscenza e rischiano il coma etilico». Ne consegue l’assoluta necessità di sviluppare l’informazione sui rischi dell’alcol nelle scuole, ma già per conto suo la dottoressa ispeziona gli istituti scolastici per mettere in guardia gli alunni contro le minacce alla salute e alla coscienza.