Tornano a colpire i No Vax che, nella notte, hanno imbrattato con scritte in vernice rossa la sede della Camera del lavoro di via Dionisio a Taranto.
A denunciare l’accaduto, con un post pubblicato sui propri canali social, è proprio la Cgil ionica che parla di un «atto intimidatorio» con muri e saracinesche della sede «imbrattati e violentati».
Le scritte contro lo Stato, il sistema sanitario nazionale e i vaccini, sono accompagnate dalla solita firma: una W cerchiata e la sigla ViVi.
«Stiamo denunciando e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza. Ma la saracinesca si riapre come al solito per difendere sempre i diritti dei lavoratori», scrivono dalla Cgil di Taranto.
La solidarietà della Cgil Puglia: «Attacco ai luoghi di democrazia e rappresentanza»
«Esprimiamo la vicinanza e la solidarietà della Cgil Puglia alle compagne e ai compagni della Camera del lavoro di Taranto e al suo gruppo dirigente per l’ignobile e vile atto perpetrato notte tempo. Solo l’ultimo di un lungo elenco di attacchi che hanno preso di mira a livello le nostre Camere del lavoro». Così la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.
«La firma di queste azioni è sempre la stessa riferibile alla galassia no vax», aggiunge. «A nostro avviso – precisa – non va sottovalutata nessuna azione quando questa colpisce luoghi di democrazia e partecipazione soggetti della rappresentanza collettiva riconosciuti dalla Costituzione, soprattutto in una fase di crescente malessere sociale. La stessa sede nazionale della Cgil, esattamente 3 anni fa, a margine di una manifestazione di no vax – ricorda Bucci – fu presa d’assaltato e devastata da frange eversive capeggiate da esponenti di aggregati neofascisti, fatti per i quali sono stati condannati in primo grado».
Bucci conclude «ribadendo che l’azione svolta dal sindacato durante la pandemia è stata fondamentale per difendere la salute e anche i salari dei lavoratori» e assicura che «non saranno queste azioni a intimidirci o fermarci dal portare avanti battaglie e valori in cui crediamo».