Bitonto, lettera minatoria con un proiettile al responsabile del settore Urbanistica

Il fatto è accaduto nei giorni scorsi, ma si è scoperto soltanto nelle ore scorse ed è di una gravità importante. Una lettera minatoria e una cartuccia sono state recapitate, in un plico chiuso, al responsabile tecnico dell’ufficio Urbanistica del Comune di Bitonto, Nicola Mercurio, alla guida del settore da un paio di mesi.

Secondo fonti che arrivano da Palazzo Gentile, l’ingegnere ha visto arrivare per posta la busta nel suo ufficio e subito dopo è stata presentata denuncia al locale Commissariato di pubblica sicurezza.

Da una prima analisi si potrebbe escludere la matrice legata alla criminalità organizzata, ma questo non significa che la missiva non sia da considerare un atto preoccupante. Immediata la solidarietà dell’amministrazione comunale (e non solo) al funzionario per quanto accaduto.

«Io e la mia squadra di governo – commentano il sindaco Francesco Paolo Ricci e il presidente del Consiglio comunale Domenico Pinto – condanniamo senza alcuna esitazione questo episodio, perché nella nostra idea di comunità non c’è spazio per la paura, l’intimidazione e la prepotenza. Questa è una minaccia rivolta a ciascuno di noi: a chi crede nei valori della democrazia e a chi ogni giorno si impegna per una società più giusta. Un episodio che non ci intimorisce, ma che ci incoraggia a continuare il nostro lavoro spinti da un forte desiderio di giustizia».

«Al mio responsabile di servizio mi lega un antico legame – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Francesco Brandi – e non gli sono solidale solo a parole, ma nella condivisione di valori e comportamenti. Se minacciano lui, minacciano me».

Vicinanza arriva anche da Michele Abbaticchio, vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico. Nicola Mercurio è l’ultimo di una serie di dirigenti finiti nel mirino a Bitonto. Nel 2012 l’allora dirigente dello stesso ufficio, Vincenzo Turturro ha avuto prima una lettera con un proiettile, poi il tentativo di bruciargli l’auto riuscito solo a metà e poi l’autovettura della moglie completamente incendiata. Tutto in pochissime ore.

Nel 2015 toccò, invece, a Giuseppe Sangirardi, sempre dello stesso ufficio, a cui dapprima fu data alle fiamme l’auto parcheggiata in pienissimo centro e poi, a pochi mesi di distanza, gli arrivò una lettera dove gli confermavano la natura dolosa dell’accaduto e quindi la minaccia di incolumità ai familiari se non avesse lasciato l’incarico. E guai a dimenticare anche quanto accaduto all’allora comandante dei vigili urbani, Gaetano Paciullo, la cui macchina è stata carbonizzata nel giugno 2016.

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