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Bitetto, due cani sfigurati con l’acido. I volontari: «Aiutateci a trovare il mostro»

Due episodi di inaudita brutalità, a distanza di poco tempo, si sono consumati a Bitetto ai danni di due cani randagi. Qualche giorno fa una cagnolina, battezzata dalle volontarie che l’accudivano Jasmine, è stata trovata in pessime condizioni, mentre vagava sulla strada a scorrimento veloce 206, poco fuori Bitetto. A notare la sua difficoltà un…

Due episodi di inaudita brutalità, a distanza di poco tempo, si sono consumati a Bitetto ai danni di due cani randagi. Qualche giorno fa una cagnolina, battezzata dalle volontarie che l’accudivano Jasmine, è stata trovata in pessime condizioni, mentre vagava sulla strada a scorrimento veloce 206, poco fuori Bitetto. A notare la sua difficoltà un netturbino che ha provveduto immediatamente ad allertare l’associazione “Zampe felici”, che da dieci anni opera sul territorio, per soccorrere e accudire i cani. Il recupero del povero animale ha lasciato le volontarie sconvolte. Presentava gravi bruciature, lungo tutto il corpo, anche se le zampe e coda, risultavano in buono stato. Jasmine, che era attenzionata anche dalle volontarie del canile di Palo, si era trasferita da un anno a Bitetto. Carattere mite ma schivo, aveva paura dell’uomo, ma non ha mai dato alcuno fastidio nel suo vivere libera. Purtroppo, qualcuno ha pensato bene di farla diventare una vittima e, con crudeltà indicibile, le ha gettato addosso una sostanza corrosiva. Questa la ricostruzione del veterinario che l’ha presa in cura che, dopo la visita, ha tracciato un quadro clinico senza speranza. La meticcia di color fulvo aveva ormai perso la lingua e anche l’uso della vista. Una parte del palato era in cancrena e gli organi interni irrimediabilmente compromessi. Per lenire le sue sofferenze le volontarie non hanno potuto fare altro che farle cessare definitivamente con l’eutanasia. Ora il corpo di Jasmine sarà sottoposto ad autopsia, e forse la sua triste storia fornirà degli indizi per scoprire l’identità del sadico che, già da tempo, opera crudeltà sugli animali. Già perché questo non è stato il primo caso. Le volontarie, a novembre, hanno soccorso un altro cane, Bruce, che ha condiviso il destino della cucciolona innocente, ma con un epilogo a lieto fine. Bruce, infatti, soccorso come Jasmine a qualche giorno dall’avvenimento nei pressi del campo sportivo, è stato salvato. Le lesioni da sostanza corrosiva, seppur importanti, non hanno gravemente intaccato gli organi interni permettendo un lento, ma efficace, recupero e un ritorno, dopo quasi due mesi di amorevoli cure, alla libertà. Ora le volontarie vogliono vederci chiaro. Se un caso poteva essere isolato, due ne fanno uno schema. Per questo motivo, una volta atteso il referto del veterinario su Jasmine, hanno deciso di sporgere denuncia alle autorità e sensibilizzare l’opinione pubblica su questi atti indicibili.
«Chiunque sia in grado di torturare un povero essere innocente – ha puntualizzato una delle volontarie, Jenny Cardone, – è anche un pericolo per la società. Entrambi i cani sono stati ritrovati nella stessa zona, quindi non è escluso che il colpevole vi abiti. Ci rivolgeremo alle autorità e vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica ad aiutarci a smascherare questo mostro vigliacco. Sappiamo che non sarà facile, ma vogliamo fargli sentire che non potrà continuare ad agire indisturbato».

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