La campanella è suonata un po’ ovunque in provincia di Lecce, in questi giorni di metà settembre. Molti sorrisi per i compagni che si ritrovano e qualche lacrimuccia per i più emotivi, i “nuovi”, soprattutto i genitori, per questo inizio post pandemico in cui si spera che tutto finalmente vada per il meglio.
Eppure non tutti hanno potuto festeggiare degnamente l’ingresso a scuola. Come è accaduto a Nardò, dove il piccolo F., un bambino disabile di 10 anni, iscritto alla classe quinta della scuola primaria “don Lorenzo Milani” appartenente al Polo 1 ha trascorso i primi due giorni nel corridoio e senza poter essere cambiato dall’OSS che se ne prende cura.
La sua classe è stata spostata temporaneamente nella scuola di via Bellini, recentemente ristrutturata e dotata di palestra, in quanto nella struttura di appartenenza di via Crispi sono appena iniziati i lavori di ristrutturazione annunciati qualche giorno fa, come sempre con comunicati e foto di rito dal sindaco Pippi Mellone.
L’amara sorpresa per il piccolo F. e per i genitori che lo avevano fiduciosamente accompagnato nella sede temporanea lunedì mattina in via Bellini, al suono della campanella, è stata quella di scoprire che, nell’ala in cui è stata posizionata la quinta da lui frequentata, non è presente un bagno adatto ai disabili e che quello destinato a F. in realtà non solo non è adeguato alle necessità di un disabile, ma si trova in un sottoscala, una sorta di sgabuzzino con dei sanitari, non adatto neppure all’ingresso agevole della sedia a rotelle. La dirigente scolastica è vicina alla famiglia e sin da quando aveva avuto notizia del trasferimento si era premurata di verificare che ci fossero tutte le condizioni per accogliere anche gli alunni disabili. Purtroppo però, nelle ultime settimane, qualcosa deve essere cambiato in quanto il corridoio che avrebbe consentito a F., aiutato dal suo OSS, di raggiungere il bagno disabili vero e proprio è stato murato. A raccontare i fatti è Damiano, il papà del piccolo alunno neritino.
«L’altro bagno disabili, per così dire a norma, si trova al primo piano, ma il bambino non può raggiungerlo perché non c’è ascensore e non può salire per le scale. La classe non può essere dunque spostata e la dirigente ha le mani legate».
I genitori si sono subito mossi per garantire al figlio una frequenza quanto più normale possibile, nelle sue già gravi condizioni, e si sono rivolti sia ai tecnici del Comune sia alle istituzioni politiche. Al momento, nessuno però sembra avere fornito soluzioni utili. Per questo la giovane coppia ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.
«Da due giorni mio figlio è stato lasciato in un corridoio con l’insegnante di sostegno o l’assistente, non può essere cambiato e non si intravede una soluzione. Non solo il bambino non sta bene ma oltre al danno arriva anche la beffa. Per questo abbiamo deciso di denunciare tutto».
Il caso di F. a Nardò purtroppo non è isolato. Sotto i riflettori nelle ultime ore anche il caso di A., un ragazzo di 14 anni di Palagiano, che è rimasto a casa perché nella sua scuola non ci sono le condizioni igieniche e funzionali per garantire le sue esigenze personali e a battagliare per lui, in questo caso, è un consigliere di minoranza del suo Comune.