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Barriere architettoniche all’Università della Basilicata, il racconto: «In sedia a rotelle è impossibile accedere»

Flavio Olita è uno studente lucano, di Potenza per la precisione. È allo stesso tempo un ragazzo coraggioso e realista: gli istituti scolastici e le Università devono essere accessibili a tutti e, questo, non soltanto idealmente considerata la loro veste didattica ma anche e soprattutto logisticamente. È con questa premessa che il nome di Flavio…

Flavio Olita è uno studente lucano, di Potenza per la precisione. È allo stesso tempo un ragazzo coraggioso e realista: gli istituti scolastici e le Università devono essere accessibili a tutti e, questo, non soltanto idealmente considerata la loro veste didattica ma anche e soprattutto logisticamente. È con questa premessa che il nome di Flavio riecheggia nelle ultime ore come il nome di qualcuno che si è ribellato di fronte all’annoso problema delle barriere architettoniche come elemento ostativo al libero accesso nei luoghi pubblici.

«Il campus universitario di Macchia Romana non è per tutti – è stato proprio Flavio a dichiararlo – infatti, chi vive una condizione di disabilità può accedervi solo in parte e con grandi difficoltà. La scalinata principale non è dotata di montascale ed è quindi impossibile da superare per chi si trova su una sedia a rotelle. La struttura è dotata di ascensori che, senza un accompagnatore, sono impossibili da raggiungere, ad esempio per accedere alle aule del Dimie bisogna prima superare una porta in ferro con maniglia e poi una porta tagliafuoco che un diversamente abile non riesce ad aprire visto il loro grande peso. L’università non mette a disposizione un accompagnatore, ciò significa che uno studente in sedia a rotelle non può accedere all’università, né spostarsi al suo interno se non accompagnato dai propri genitori che però hanno un lavoro e non possono permettersi di rimanere giornate intere in università. Le aule non sono dotate di appositi banchi per ospitare una persona in carrozzina; infatti, per seguire una lezione in presenza si è costretti a stare da soli in un banco isolato e anche in una posizione scomoda. L’università mette a disposizione lezioni a distanza ma con un pessimo servizio visto che spesso salta la connessione internet impedendo a chi si trova a casa di seguire la lezione. L’università ha una figura preposta che sulla carta dovrebbe occuparsi di tutte queste questioni ma che in realtà non fa niente per migliorare la situazione. Le istituzioni sono a conoscenza di questa grave situazione ma nessuno fa niente per mettere fine a tutto ciò, pensate che l’università si giustifica dicendo che non ci sono fondi. La verità è solo una, l’università di Potenza non fa altro che discriminare e mettere un freno alla socializzazione».

«Quello che ha denunciato Flavio, è solo la punta dell’iceberg di situazioni simili diffuse che devono essere affrontate». Così l’eurodeputata, componente del Forum europeo sulla disabilità, Chiara Gemma, in merito all’appello dello studente d’informatica, disabile motorio dalla nascita. «Questa vicenda – conclude l’on. Gemma – deve spingerci a tenere i riflettori accesi su queste questioni e continuare ad impegnarci per migliorare le leggi vigenti, stanziare maggiori risorse economiche e continuare a sensibilizzare le istituzioni e tutta l’opinione pubblica per dare risposte concrete e superare i ritardi».

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