La Corte di Appello di Bari ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare fatta dalla difesa di Gennadii Lisovichenko, il manager russo 71enne arrestato nel porto di Bari lo scorso 20 gennaio.
L’uomo era stato fermato su mandato di arresto internazionale emesso dall’autorità giudiziaria russa, che ne chiedeva l’estrazione. Ora torna il libertà, ma con divieto di espatrio.
L’istanza di revoca era stata presentata dagli avvocati Giulia Borgna, Andrea Saccucci e Fabio Schino, perché la richiesta di estradizione è stata trasmessa incompleta, priva cioé degli atti giudiziari a fondamento della stessa.
Lisovichenko, dopo alcune settimane in carcere, il 4 marzo aveva ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e oggi è tornato in libertà.
L’ex dirigente del settore petrolchimico è accusato di truffa e corruzione per vicende relative a presunti raggiri societari risalenti al 2018 che l’indagato, interrogato dai giudici baresi dopo l’arresto, ha respinto.
I difensori hanno intanto depositato in questura a Bari la richiesta di protezione internazionale in quanto «l’indagato, dichiaratosi estraneo alle accuse mosse dai magistrati di Mosca – spiegano i legali -, si ritiene un perseguitato dal punto di vista politico ed economico».