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Bari scende in piazza per la Giornata nazionale di mobilitazione contro tutte le guerre

«Abbiamo bisogno di visioni e scelte politiche coraggiose, forti, chiare ad ogni livello, contro la guerra, contro l'invio delle armi, contro questo assurdo genocidio». Così l'assessora Francesca Bottalico in occasione della Giornata nazionale di mobilitazione contro tutte le guerre «per il Cessate il fuoco in Palestina, il NO all’invio di aiuti militari in Ucraina, il…

«Abbiamo bisogno di visioni e scelte politiche coraggiose, forti, chiare ad ogni livello, contro la guerra, contro l’invio delle armi, contro questo assurdo genocidio». Così l’assessora Francesca Bottalico in occasione della Giornata nazionale di mobilitazione contro tutte le guerre «per il Cessate il fuoco in Palestina, il NO all’invio di aiuti militari in Ucraina, il NO alla corsa al riarmo e riduzione delle spese militari».

Bisogna «scendere in piazza insieme, uniti, determinati, come gli slogan che con forza e cuore sono stati urlati in queste ore, durante il corteo. La politica, oggi più che mai, deve essere politica di pace e non di manganelli, armi e violenza». Conclude in un post l’assessora al welfare

L’iniziativa è stata promossa dalle Coalizioni “Europe for Peace” e “Assisi Pace Giusta” che hanno diffuso un testo di appello a tutte le organizzazioni della società civile italiana per «fermare la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta». Il corteo, partito questo pomeriggio da corso Vittorio Emanuele si è fermato a piazza Umberto poco fa dove è presente un presidio musicale.

«Il teatro di guerra è globale – si legge nel testo di appello -. La guerra è tornata ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Le Nazioni Unite, come espressione di tutti i popoli del pianeta, sono umiliate e il diritto internazionale sostituito dalla forza della potenza militare, preludio della guerra globale: nella barbara “logica del più forte”, nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero vincitore».

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