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Sparatoria a Carbonara, prima la lite e poi la vendetta: la ricostruzione degli investigatori

La lite a tavola, durante un pranzo “di famiglia”, poi la rabbia e il desiderio di vendetta. Poche ore dopo, in una piazza gremita di gente per il concerto, il tentativo di ottenere, a suon di pistola, quell’autorità negatagli. Ci sarebbe una frattura interna al clan Strisciuglio all’origine della sparatoria di venerdì scorso, in piazza…
Una scena tratta dal noto film “Gomorra”. Un esempio di come vive nel quotidiano la criminalità organizzata, che spesso nella vita si ispira proprio a immagini di fiction come questa

La lite a tavola, durante un pranzo “di famiglia”, poi la rabbia e il desiderio di vendetta. Poche ore dopo, in una piazza gremita di gente per il concerto, il tentativo di ottenere, a suon di pistola, quell’autorità negatagli. Ci sarebbe una frattura interna al clan Strisciuglio all’origine della sparatoria di venerdì scorso, in piazza Umberto a Carbonara. E nel mirino di un pregiudicato 58enne sarebbe finito un grosso esponente dello stesso gruppo criminale di appartenenza, un 44enne.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bari, verso le 20.30, l’uomo avrebbe raggiunto l’obiettivo nei pressi di un circolo ricreativo che spesso frequenta e avrebbe puntato l’arma contro di lui, esplodendo alcuni colpi ma non riuscendo a ucciderlo perché la pistola si sarebbe inceppata. Sarebbe poi scappato a piedi nei vicoli del quartiere. Il tutto mentre i “Terraross” provavano il concerto che sarebbe iniziato poco dopo. Ma non tutti sono stati distratti dalla musica e in tanti si sono accorti di quanto accadeva, avvisando i carabinieri del servizio d’ordine.

Le indagini della Squadra Mobile, partite dopo il sopralluogo della polizia scientifica sul luogo, si sono concentrate subito sulla visione delle telecamere di sorveglianza della zona. Non sarebbe stato difficile, dunque, riconoscere nell’uomo in fuga un pregiudicato già noto per fatti precedenti. Pregiudicato che, da allora, risulta irrintracciabile, in fuga forse più dal clan che dalla stessa polizia. Non si esclude, a questo punto, che l’uomo possa scegliere in un futuro prossimo di collaborare con la giustizia per salvarsi la vita.

I successivi approfondimenti da varie fonti investigative hanno poi consentito di ricostruire il possibile movente del tentato omicidio, riavvolgendo il nastro di alcune ore, fino a quel pranzo in un ristorante di Torre a mare, dove i toni si sarebbero alzati con violenza quando nella discussione tra i due esponenti del clan Strisciuglio sarebbero stati tirati in ballo anche episodi del passato, concludendosi con una rottura importante.

Il tutto mentre, sullo sfondo, si registrano movimenti interni all’altro clan, per decenni egemone nella zona, i Di Cosola, negli ultimi anni scalzati e soppiantati dagli Strisciuglio nella gestione degli affari illeciti. Quello dello spaccio di droga, per cominciare, che resta per tutte le organizzazioni criminali la principale fonte di approvvigionamento di beni. Si muoverebbe in questa direzione quindi la recente attività dei Di Cosola, indeboliti con il pentimento dello storico capo, Antonio, e dalle successive operazioni antimafia condotte a termine dalle forze dell’ordine, proprio grazie alle dichiarazioni del boss.

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