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Bari, perquisizioni a caccia di armi a Carbonara: trovata droga degli Strisciuglio

Il blitz degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinati dal dirigente Filippo Portoghese, è scattato ieri mattina a Carbonara, quartiere periferico di Bari, da anni roccaforte del clan Strisciuglio. Le perquisizioni Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate in particolare su due giovani, di 25 e 26 anni, entrambi appartenenti agli Strisciuglio.…

Il blitz degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinati dal dirigente Filippo Portoghese, è scattato ieri mattina a Carbonara, quartiere periferico di Bari, da anni roccaforte del clan Strisciuglio.

Le perquisizioni

Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate in particolare su due giovani, di 25 e 26 anni, entrambi appartenenti agli Strisciuglio. Le perquisizioni, personali e nei locali nelle loro disponibilità, hanno permesso di recuperare elevati quantitativi di sostanze stupefacenti. Il blitz era diretto, fra l’altro, a verificare la presenza di armi e se, nel caso fossero state trovate, fossero state utilizzate negli ultimi fatti di sangue in città. Ma, all’arrivo della polizia, le armi erano state spostate e nei luoghi perquisiti non ce n’era più alcuna traccia.

I personaggi

I due giovani oggetto delle perquisizioni farebbero parte del gruppo che negli ultimi mesi ha acceso fibrillazioni in città, contrapponendosi in risse e discussioni violente con i coetanei del clan Capriati, e dando luogo ad una serie di episodi monitorati dagli inquirenti con attenzione. Il clima in città è stato più volte surriscaldato proprio dal contrapporsi di due gruppi di giovanissimi, pronti a usare le armi per regolare vicende e questioni tanto private quanto banali.

Il 1 aprile scorso, sulla strada per Torre a mare, è stato ucciso nella sua auto Lello Capriati, nipote del boss Tonino e reggente di una importante parte della famiglia. L’uomo, che viaggiava sul sedile passeggero di un’auto guidata da una donna, era stato ucciso da colpi sparati alla testa e al petto, da professionisti, che non avevano mancato nessuno di quei colpi.

L’inchiesta

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, pur vagliando ogni pista, si erano quasi subito concentrate proprio su quelle tensioni tra giovanissimi, in una cerchia della quale facevano parte anche i suoi due figli. L’ipotesi più accreditata, confortata anche da episodi verificatisi prima e dopo l’omicidio di Lello Capriati, è proprio quella della violenta contrapposizione tra i due gruppi, fatti di giovanissimi emuli delle gesta di mafiosi e già abituati a usare le armi. Quella contrapposizione sarebbe poi cresciuta, allargandosi anche a personaggi di calibro superiore e che avrebbero sia le capacità di uccidere a sangue freddo che armi a disposizione per farlo.

Gli altri episodi

Da Carbonara al quartiere Japigia, nelle settimane precedenti e seguenti il delitto di Lello Capriati, gli inquirenti hanno registrato altre sparatorie: una nella piazza di Carbonara, nella quale un 18enne era rimasto lievemente ferito, l’altra invece a poche centinaia di metri dalla roccaforte del clan Parisi, a Japigia, avvenuta al termine di un inseguimento e nella quale un parente del boss era rimasto ferito.

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